La scoperta che c’era un bimbo in arrivo è stata una sorpresa accolta con immensa gioia da Stefania e Sergio. “Siamo una coppia molto unita, ci amiamo tantissimo e quando abbiamo saputo che saremmo diventati genitori siamo stati contentissimi”, ricorda Stefania. “Ma da subito, sin dall’inizio della gravidanza, ho deciso che il nostro bimbo sarebbe nato con un taglio cesareo. Non volevo vivere l’esperienza di un parto naturale e ne ho parlato con il mio ginecologo già alla prima visita. In quell’occasione il medico mi aveva risposto che era un po’ presto per discutere del parto, ma quando abbiamo fatto l’ecografia morfologica ho ribadito il mio desiderio”. La richiesta di Stefania viene accolta e il suo ginecologo si rende disponibile per eseguire l’intervento.
Esami in gravidanzaChe cosa sapere
La data dell’intervento si avvicina
La data presunta per la nascita di Alessandro Sebastian è il 21 ottobre, proprio il giorno del compleanno di Stefania. “Il cesareo viene fissato per il 13 ottobre”, continua Stefania. “Sergio era d’accordo con la mia decisione, l’importante per lui era che io fossi serena. Nel mese di agosto abbiamo iniziato a frequentare insieme un corso di preparazione al parto. Molti sostengono che sia inutile partecipare al corso se il bimbo verrà al mondo con un cesareo, ma io ci tenevo a informarmi anche sul dopo, sulla gestione dei primi tempi successivi alla nascita”. Il corso inizia e Stefania decide di non dire che partorirà con un cesareo. “Un po’ perché ero già sicura della mia decisione e un po’ per non sentirmi giudicata”, spiega. Ma quando gli incontri volgono ormai al termine, ecco che succede qualcosa di imprevisto…
Corso prepartoCome scegliere
Un cambio di rotta…
“Era uno degli ultimi incontri. L’ostetrica che conduceva il corso ha descritto l’esperienza del parto come qualcosa di epico, di importante per la mamma e per il bambino”, ricorda Stefania. “Quando siamo usciti, io e Sergio ci siamo guardati e lui mi ha chiesto se ero ancora convinta della mia scelta. E io gli ho risposto di no, perché in effetti dentro di me qualcosa era cambiato. Al che ci siamo chiesti: ‘Partoriamo?’ E abbiamo deciso: avremmo vissuto l’esperienza di un parto naturale. Ormai mancavano pochi giorni alla data dell’intervento. Ho telefonato all’ostetrica del corso, con cui si era creato un bel rapporto di confidenza e di fiducia, e le ho raccontato tutto. Le ho spiegato che avevo pianificato un cesareo e che ora avevo cambiato idea. Lei mi ha risposto di non preoccuparmi che ci avrebbe aiutato nei preparativi. Mi ha prenotato il tampone rettale-vaginale, che non avevo eseguito perché per il cesareo non era necessario, e abbiamo disdetto l’intervento”.
Un lunghissimo travaglio e finalmente… eccolo!
La data del cesareo è arrivata ed è stata superata. Stefania e Sergio sono rimasti in attesa che il loro bimbo decidesse che era il momento di nascere. Finché una sera Stefania ha perso il tappo mucoso e dopo un paio di ore sono iniziate le contrazioni. Ha preso il via così un lungo, lunghissimo travaglio, durato ben trentasei ore. Trentasei ore che Stefania e Sergio hanno vissuto insieme. “Lui è stato con me per tutto il tempo”, racconta Stefania, “mi ha supportata e – è il caso di dirlo – sopportata! Nonostante le docce calde e i chilometri di passeggiate non c’è stato modo di accelerare i tempi del travaglio, così sono arrivata alla fine completamente sfinita. Non ragionavo più. Ma giunti alla fase espulsiva, sono bastate quattro spinte: ero carponi per terra e ho raccolto io, assistita dall’ostetrica (che era l’ostetrica del corso!), il mio bambino. Sergio piangeva. Non lo avevo mai visto piangere. Ho preso Alessandro Sebastian tra le braccia e non l’ho più lasciato”.
Le fasi del partoChe cosa sapere
Sempre insieme
“Ho trascorso le due ore successive alla nascita con il mio bimbo sul petto, al seno”, racconta Stefania. “Non ci siamo mai separati, non ho voluto che gli facessero il bagnetto, ho chiesto di aspettare e poi l’ho lavato io. Tutto questo non sarebbe stato possibile se fosse nato con un cesareo, avrei avuto bisogno di assistenza per prenderlo in braccio, per allattarlo.
Il mio parto è stato lungo e doloroso, ma lo avrei rifatto il giorno dopo. Certo, il dolore è forte, ma ti prepara all’incontro più importante della tua vita. Io avevo tantissima voglia di vedere il mio bambino e di abbracciarlo. Se non avessi vissuto questa esperienza mi sarebbe rimasto un grande rimpianto e forse non me lo sarei perdonato”. Insomma, l’ostetrica del corso aveva avuto ragione…
Oggi aiuto le mamme ad allattare
Dopo quattordici mesi, nonostante una serie di difficoltà iniziali (montata lattea che non arrivava, ragadi, aggiunta di formula artificiale), Stefania allatta il suo bambino. Ha frequentato il corso OMS-Unicef per aiutare altre mamme a nutrire al seno i loro bimbi. E caso vuole sia tornata al corso di preparazione alla nascita condotto dall’ostetrica che oggi è una sua cara amica, quel corso che l’ha aiutato a maturare una decisione così importante, per offrire alle future mamme informazioni e testimonianza a proposito dell’allattamento. “E il riscontro, tra le donne che hanno partecipato al corso, è super positivo”, conclude. “Nove mamme su dieci allattano felicemente”.
Giorgia Cozza
Fonte: http://www.dolceattesa.com/parto/2_partorire/
Nessun commento:
Posta un commento