2 ottobre 2016

A chi giudica la madre di Livorno, dico due parole


dimenticare figlio in auto

Ho letto della mamma che ha dimenticato per 4 ore la figlia in auto, a Livorno. Ho letto della sua agonia e del suo “mea culpa”. Ho letto delle indagini in corso per omicidio colposo e dell’ipotesi di “amnesia dissociativa”, la stessa patologia che ha scagionato il papà di Piacenza che tempo fa aveva fatto lo stesso, causando la morte del figlioletto di due anni.
Fin qui, nulla di insolito. Angosciante, si. Doloroso, non c’è dubbio.

Poi però ho letto anche di un sacco di genitori che con sicurezza adamantina hanno affermato che non c’è nessuna scusa per un genitore che dimentica in auto un figlio, che è omicidio punto è basta, che bisogna smetterla di cercare giustificazioni per difendere i colpevoli.
Ci sono persone che sono sinceramente convinte che non sia possibile commettere errori fatali di questo genere, intendendo che non è possibile se si è veramente dei bravi genitori, se si amano realmente i propri figli, se si è, insomma, in gamba come loro che non hanno mai dimenticato un figlio in auto.

Beh, che dire… mi vergogno profondamente. Mi vergogno di appartenere alla stessa categoria di coloro che si sentono così intoccabili, così superiori da permettersi, senza conoscere, di giudicare e condannare una persona che ha commesso un errore inimmaginabile, causando la morte della propria figlia.


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L’amnesia dissociativa non è l’ennesima balla per giustificare un genitore pigro e irresponsabile. La mamma di Livorno, come il papà di Piacenza e moltissimi altri come loro, non hanno coscientemente deciso di lasciare il figlio in macchina sotto il sole perché non avevano voglia di tirarlo fuori! Ci sono stati casi, ahimè, di genitori che hanno deciso in piena coscienza di lasciare i figli in auto perché dovevano farsi i fatti propri senza i marmocchi tra i piedi e in questo caso si, si tratta di negligenza ingiustificabile, di omicidio e non ci sono scusanti.
Ma è così difficile capire la differenza tra dimenticanza e atto volontario? È così impossibile comprendere che lo stress agisce in maniere diverse su ognuno di noi, portandoci ad agire in modi inaspettati?

È tremendo, è vero. È tremendo dimenticarsi un figlio come si può dimenticare il portafogli o gli occhiali da sole. È terribile e questi genitori vivranno, o forse è più corretto dire che sopravviveranno, per il resto dei loro giorni con il dolore inimmaginabile e insuperabile di aver causato (seppur non volendolo) la morte della persona più preziosa nella loro vita.
E voi che fate? Dall’alto della vostra sedicente perfezione vi permettete di giudicare, condannare e se aveste l’occasione, magari vi trasformereste anche in carnefici.

Io so cosa è l’amnesia dissociativa, l’ho provata sulla mia pelle prima come figlia, poi come madre e vi assicuro che è drammatica. È come una doccia gelida, la sensazione di aver perso completamente controllo, di non possedere alcun ricordo di alcuni attimi della tua vita, di aver agito come un automa e non come una persona con una coscienza.
La prima volta che mi è capitato è stato dopo la morte di mia madre, più di 20 anni fa. Più di una volta sono uscita di casa con una meta e uno scopo preciso e dopo un tempo che variava dai 5 ai 15 minuti, mi ritrovavo altrove senza alcun ricordo di come e perché fossi li invece di trovarmi dove volevo.
È come se per un breve periodo della mia vita io mi fossi ridotta ad un guscio vuoto, senza cervello, senza volontà, poco più di un vegetale in grado di respirare e muoversi.
Dopo alcuni episodi, l’amnesia dissociativa è scomparsa e io quasi me ne sono dimenticata (triste gioco di parole…), fino a quando a Sydney, in piena depressione post parto e responsabile di un neonato, mi sono ritrovata in mezzo alla strada senza alcun ricordo di come ci fossi arrivata. Un attimo prima ero in casa, un attimo dopo ero in mezzo alla via con in braccio Matteo. Fortunatamente non c’era alcun traffico, nessuno intorno. Eppure un terrore gelido mi ha attraversata e rientrando in casa non sono riuscita a smettere di tremare e piangere per più di mezz’ora.




Non si vuole giustificare un genitore come se gli si desse una pacca sulla spalla a mo’ di “ma si, dai… che non è successo nulla!, prossima volta stai più attento, giusto?”.
Il solo pensiero che ci siano genitori che credono che dare una spiegazione a gesti così drammatici significhi questo, mi ripugna.
Questo post è molto polemico e dal tono delle mie parole si percepisce estrema frustrazione. Lo so che ci saranno persone che leggendo si sentiranno prese di petto, comprendendo che la mia furia è diretta a loro. A costoro voglio dire chiaro e tondo, che non giudico il loro modo di essere genitori, che sono certa che siano in grado di crescere splendidamente i propri meravigliosi figli.
A queste persone dico solo che mancano totalmente di empatia, di compassione e dimostrano di non essere in grado di ragionare dopo aver letto una notizia del genere.
Mi spiace se vi offendo, ma non mi scuso: sarete fantastici genitori, ma al momento siete dei pessimi esseri umani.

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Fonte: http://www.oasidellemamme.it/2016/07/19376/

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