Pokémon Go, parliamone.
Di cosa si tratta? Di un’app per smartphone.
Come funziona? Il tuo telefono ti dice che c’è un Pokémon la fuori che ti aspetta e tu molli tutto e tutti, esci e lo vai a catturare.
Le motivazioni per cui è stata creata questa app? L’obiettivo parrebbe quello di far muovere le nostre chiappe flaccide e invogliarci ad uscire di casa, fare lunghe camminate e connettersi con altri giocatori.
Premesso che non sono un’amante dei video giochi e affini, per di più capra completa in campo elettronico e informatico, la mia reazione nei confronti di questo nuovo intrattenimento digitale è gravata da profondo scetticismo.
Ciò nonostante, mi son detta che magari ero troppo critica e che forse è la volta buona che un gioco elettronico porti benessere fisico, invece che dipendenza e rincoglionimento.
Ahimè la mia positiva disposizione verso Pokémon Go è durata poco più di 24.
Due giorni dopo il lancio dell’app, mio marito mi chiama dall’ufficio e mi dice che un collega, al momento della pausa pranzo, è uscito di corsa, con lo sguardo fisso sul cellulare blaterando qualcosa a proposito di un Frogadier, sparendo sotto lo sguardo attonito dei colleghi.
Qualcuno poi ha affermato di averlo visto saltare tra i cespugli e nelle aiuole dietro gli uffici.
Quello stesso pomeriggio sono in macchina con i bimbi quando noto un ragazzo in boxer, scalzo e senza maglietta, che fissa con massima concentrazione, il suo cellulare.
È in piedi sullo spartitraffico di una strada ad alto scorrimento. Oddio, penso spaventata, mica starà lasciando un biglietto d’addio sul suo profilo FB prima di suicidarsi, vero?
Poi mi ricordo… Pokémon Go. Il giovane discinto deve aver catturato un Espeon o magari un Igglybuff… .
Ieri ho portato i bimbi a mangiare una pizza per pranzo. Di fronte alla pizzeria ci siamo trovati a dribblare una signora che pareva ballasse la polka con il suo cellulare: un passo a destra, quattro indietro, due a sinistra, piroetta e via di nuovo. Il commento di Matteo: “Ma quella signora ha la tua età mamma… non si vergogna?”.
Una mattina presto sono andata a fare un giro in bici. Ad un certo punto tiro fuori il cellulare e lo punto verso una staccionata. Un ragazzo che passa mi grida: “Hai trovato un Pokémon?”.
“No…” cretino, “… sto fotografando un procione”.
Ormai non si contano più in rete articoli gli articoli che riportano di incidenti che lasciano allibiti: a volte banali, a volte gravi, di certo stupidi.
Lo sapete perché una gallina e una teenager attraversano la strada? La gallina ovviamente per andare dall’altra parte. La teenager per farsi investire da un’auto mentre cerca di acchiappare un Pokémon nel bel mezzo dell’autostrada. Ma io non giudico la ragazza quindicenne, sapete? Quelli da prendere a sberle sono i genitori che rispondono “È colpa del gioco.. nostra figlia è sempre stata una che non usciva mai di casa prima…”.
Un tempo si raccontava la storia del Pifferaio Magico e di come avesse condotto i topi che infestavano la cittadina di Hamelin a buttarsi giù da un dirupo, per poi vendicarsi, rapendo tutti i bambini per il mancato pagamento del suo servizio.
Un giorno qualcuno ha deciso che la fiaba offendeva gli animalisti e il messaggio pedofilo era troppo palese per poter essere raccontata a giovani orecchie.
Peccato, perché forse se questi due giovani uomini l’avessero ascoltata accuratamente, si sarebbero fermati per tempo prima di finire giù da un dirupo nel tentativo di afferrare un Pokémon sospeso nell’aria di fronte a loro.
A NYC una folla scomposta lascia incustodite le proprie auto e corre, urlando, nella stessa direzione. Giovani, vecchi, bambini, donne… non ha importanza: gli uni sugli altri, inciampano, si scavalcano, ma proseguono imperterriti.
Un attacco terroristico in Central Park? No È stato avvistato un Vaporeon, Pokémon piuttosto raro, mi dicono. Pare il nome di un aspirapolvere, ma se lo fosse stato , non avrebbe riscosso altrettanto entusiasmo.
Dicono che per colpa degli attacchi terroristici la gente stia perdendo la voglia di viaggiare.
Sarà ma se si sparpagliano una manciata di Psyduck e Charmander in giro per il globo, si può convincere la gente ad andare a caccia persino in un campo addestramento ISIS.
Non ci credete? Da qualche giorno è disponibile un’altra app, questa volta gratuita, chiamata Poke Radar, che ti da la location di quanti più Pokemon possibile, nella tua area o nella nazione confinante. Dategli tempo e poi avremo i terroristi che lanceranno bombe nel vuoto per far fuori qualche Pokémon randagio e infedele.
Io sono scioccata dal livello di rincoglionimento che la massa raggiunge per le idiozie più insensate. E va bene divertirsi, giocare, distrarsi in tempi cupi e alleggerire mente e cuore quando c’è tanto dolore e incertezza attorno a noi, ma evacuare il cranio dalla propria materia grigia è inquietante.
Ma cosa ci trovano questi branchi di ominidi, talvolta accompagnati da stremati canidi, a vagare con lo sguardo fisso sul cellulare per “catturare” il personaggio inventato di un cartone animato?
Si prova forse qualche profondo, estatico, orgiastico piacere a giocare a Pokémon Go? No, perché pare nelle ultime settimane l’utilizzo di quest’app e la conseguente ricerca su internet di aggiornamenti, abbia superato le visite di siti porno. Per carità, non che ci si debba lamentare in questo, però viene un po’ il dubbio che gli istinti di base del mondo stiano leggermente cambiando: “No amore… stasera proprio non mi va… ho un Pumpkaboo da aggiungere alla mia collezione. Magari domani”.
“Tesoro… credo che il bambino stia per nasc…”
“Amore… trattieniti… giusto il tempo di arrivare all’angolo e catturare Slugma, poi promesso ti porto all’ospedale!”.
Ecco, non siamo troppo lontani da questi scenari. Poi dicono che il mondo è in pericolo per colpa della teoria del gender! Aspetta di vedere cosa succede quando la coppia si ritrova un Pokémon sotto le lenzuola!
Una volta la gente che si comportava e parlava in maniera irrazionale e scoordinata, in preda ad allucinazioni psichedeliche, faceva uso di LSD. Al giorno d’oggi invece basta uno smartphone, un’app e un Pikachu.
Poi ci si stupisce se quando si affrontano argomenti importanti di politica, religione e questioni sociali, la gente ragiona come se in testa avesse ravanelli ammuffiti.
E io che pensavo di odiare a morte Minecraft… ancora non avevo incontrato un Pichu per strada. E se siete torinesi, sapete a cosa mi riferisca…
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Fonte: http://www.oasidellemamme.it/2016/07/pokemon-go-parliamone/
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