Nausea, stanchezza, un certo nervosismo sono disturbi tipici del primo trimestre. Non tutte le gestanti ne soffrono e non tutte con la stessa intensità, ma di solito compaiono nelle prime settimane e tendono ad attenuarsi nel corso del terzo mese. Poi comincia il periodo più piacevole della gravidanza: il secondo trimestre.
Una questione di ormoni
Fin dall’inizio della gestazione, l’organismo della donna subisce una vera e propria tempesta ormonale. Malesseri tipici come la nausea, la costipazione, la ritenzione idrica con conseguente gonfiore, l’insonnia e gli sbalzi d’umore sono collegati all’aumento del tasso di progesterone, che prepara il corpo della mamma ad accogliere e a sostenere lo sviluppo del nascituro. Il livello dell’ormone cala al termine del primo trimestre e con esso, quasi sempre, diminuisce l’intensità dei disturbi.
Certo, il corpo umano non è preciso come un orologio: ci sono donne che continuano a soffrire di nausee mattutine per tutto l’arco della gravidanza, ma per fortuna si tratta di un’evenienza rara. Come accade nella maggior parte dei casi, con l’inizio del secondo trimestre scompare il senso di fastidio per certi odori e sapori e torna un sano appetito.
Non si conosce con esattezza il meccanismo responsabile delle ‘voglie’ e del disgusto che molte mamme provano nei confronti di alcuni alimenti, ma di certo si sa che anche questo fenomeno è legato all’innalzamento del tasso di progesterone nelle prime fasi della gravidanza ed è temporaneo. Le future mamme possono stare tranquille. Ricominceranno ad apprezzare i loro piatti preferiti dopo il terzo mese o, male che vada, al termine dell’attesa.
NauseaStrategie per stare meglio
La fase critica è superata
Il secondo trimestre è un periodo d’oro non solo per la scomparsa dei sintomi più fastidiosi, ma anche perché la gestazione è ormai avviata e ha superato la fase delicata dell’impianto dell’embrione e dello sviluppo della placenta, quando il rischio di interruzione è più elevato.
La causa più frequente di aborto spontaneo è una anomalia cromosomica dell’embrione incompatibile con la sua sopravvivenza e con la sua crescita. Quando si verifica un problema di questo tipo, di solito l’interruzione avviene entro il primo trimestre. Oltrepassato il giro di boa del quarto mese, il rischio diminuisce sensibilmente.
Questo è il periodo migliore anche per praticare attività fisica. Il ritrovato benessere invoglia la mamma a uscire di casa, camminare, frequentare una piscina o una palestra e il pancione non è ancora cresciuto al punto da intralciare i movimenti. Va precisato che, in assenza di problemi specifici, l’attività fisica è indicata anche nei primi tre mesi, sempre che la futura mamma se la senta: praticare uno sport non aumenta il rischio di interruzione di gravidanza o di complicazioni. Vanno sempre evitati, però, gli sforzi eccessivi e tutte quelle attività che espongono al pericolo di urti o cadute.
Anche viaggiare, di per sé, non comporta rischi per l’attesa, a patto di evitare Paesi dove le condizioni igieniche sono precarie. Spesso, però, i ginecologi consigliano di non partire nel primo trimestre e questo non perché lo spostamento sia pericoloso, ma perché in caso di complicazioni la futura mamma, lontana da casa, potrebbe trovarsi in difficoltà. Superato il primo trimestre, il rischio di disturbi è minore e si può viaggiare più tranquille. Prima di partire, però, è sempre meglio chiedere il parere del proprio medico curante.
In forma nell'attesaEcco gli esercizi
Un bambino in carne e ossa
All’inizio dell’attesa, la presenza del bebè è qualcosa di astratto: i suoi calcetti non si sentono ancora e la pancia è appena visibile.
Ma intorno al quarto mese le cose cominciano a cambiare. All’inizio è difficile distinguere gli spostamenti del feto dai comuni movimenti intestinali. Di solito la mamma comincia a identificarli a partire dalla 16ª settimana. Iniziano così le prime forme di dialogo tra i genitori e il piccolo, un dialogo fatto di carezze e piccoli colpetti sulla pancia.
A volte, intorno alla 16ª settimana è già possibile determinare il sesso del nascituro attraverso l’ecografia, anche se molto dipende dall’abilità dell’operatore e dalla posizione del bambino. Talvolta il piccolo è girato o ha i genitali nascosti dal cordone ombelicale. Allora si intravede qualcosa, ma l’immagine è confusa. In questi casi si preferisce aspettare qualche settimana ed eventualmente ripetere l’esame piuttosto che azzardare una risposta che potrebbe risultare sbagliata.
I movimenti e le ecografie sempre più chiare contribuiscono a dare forma a un bambino reale, in carne e ossa, che nel corso del secondo trimestre sostituisce progressivamente l’immagine ideale creata dalla fantasia della mamma.
Calcetti nel pancioneLe tue domande
Qualche precauzione è sempre necessaria
Anche se nel secondo trimestre il rischio di complicazioni è inferiore rispetto al primo, è necessario comunque adottare qualche precauzione.
- Le infezioni vaginali rappresentano una minaccia per la salute del feto durante tutto l’arco della gravidanza. È importante quindi curare l’igiene e rivolgersi al medico in presenza di sintomi sospetti.
- Se la mamma non è mai stata particolarmente sportiva, è meglio che non esageri con l’esercizio fisico. Il nuoto, lo yoga, la ginnastica dolce e le camminate all’aria aperta sono le attività più indicate.
- Se nel corso di precedenti gravidanze la donna ha sofferto di complicazioni, per precauzione il medico curante può consigliarle di stare a riposo e di rinunciare ai viaggi anche nel secondo trimestre.
Fonte: http://www.dolceattesa.com/gravidanza/secondo-trimestre-i-mesi-piu-belli_salute-ed-esami/
Nessun commento:
Posta un commento