3 ottobre 2016

Regalereste dei “buoni tempo” a vostro figlio?

buono-perNon so se avete letto questa notizia pubblicata sul TgCom24: una mamma di Bolzano ha regalato a suo figlio, in occasione dei suoi nove anni, un plico di BUONI TEMPO con una miriade di attività da fare insieme. Quindi c’è un buono con giro in bicicletta insieme, un altro con un pomeriggio in piscina, un altro con passeggiata al parco, un altro con la cena preferita, eccetera eccetera.

Il post è stato pubblicato da mamma Lorena sul suo profilo Facebook e in pochissimo tempo è diventato virale.

Intervistata dall‘Huffington Post, la signora Lorena ha spiegato il perché di questo dono, molto apprezzato sia dalle altre mamme che dal figlio Simone: “I miei genitori hanno sempre lavorato tantissimo, sacrificando ogni momento e appena era possibile trascorrevano del tempo con me. Ho sempre apprezzato molto tutti i sacrifici che loro hanno fatto, il poco tempo che avevamo era pieno di amore ed emozioni. E io vorrei trasmettere questo a Simone”.

Non so voi, ma quando ho letto questa notizia ho provato tristezza.
Regalare del tempo da dedicare al proprio figlio.
Ma non dovrebbe già essere così?

Mi sono chiesta: da piccola avrei apprezzato un regalo del genere?
Un blocchetto pieno zeppo delle mie attività preferite?
Probabilmente sì, ma solo perché ho dei genitori che hanno lavorato tanto. Il loro motto è sempre stato: “il dovere prima del piacere”. E così bisognava prima spuntare dalla lista tutto quello che si “doveva” fare e poi se rimaneva del tempo si poteva pensare ad altro.
Ma, nella maggior parte dei casi, “l’altro” era andare a salutare i nonni, gli zii anziani…
Diciamo che non erano “attività” tipiche che piacciono ai bambini.
Non c’erano tante gite nella lista, né passeggiate in bicicletta, o pomeriggi in piscina, o cose simili.
Non era nella loro cultura, nella loro mentalità.
Spesso io e mamma ne abbiamo discusso, anche in tempi recenti. E lei mi ha sempre risposto: “Non puoi rimproverarmi per questo. Adesso avete altre idee. E vi comportate diversamente con i vostri figli. Ma quando eravate piccoli voi, per noi la cosa più importante era lavorare per non farvi mancare niente e permettervi un futuro migliore. E comunque facevo tanti sacrifici per portarvi al mare nei pomeriggi d’estate…”

Ha ragione. Questo me lo ricordo bene.

Ma ricordo anche che da piccola mi dicevo: “Semmai avrò figli, il sabato e la domenica sarà dedicato a loro e alle cose da fare insieme”.
E così è stato. E così è.

Ora che sono cresciuta, che ho due figli, nei weekend facciamo tante cose insieme: giri in bicicletta, con i monopattini, passeggiate al mare, in montagna. Ma anche partite a pallone nel giardino sotto casa…
E quando il tempo non lo permette si fanno altre cose, altre attività, ma sempre insieme. E se io non posso, perché magari devo sbrigare delle faccende in casa, ci pensa il padre che a loro dedica tutto il suo tempo libero e anche di più.

Cosa se ne farebbero i miei figli di un blocchetto del genere?
Penso niente. Il nostro tempo è già in gran parte loro.

In ogni caso… stasera glielo chiederò, sono curiosa di conoscere la loro risposta!



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Grocerest: un personal shopper digitale

Le App si dividono in due categorie: quelle utili e quelle divertenti. Grocerest appartiene senza dubbio alla prima categoria poiché permette, di portare al supermercato un personal shopper digitale....


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Allergiocando…a Milano si celebra #urticariaday

Il primo di ottobre è l’#urticariaday, la giornata mondiale dell’orticaria. In occasione di questa ricorrenza le associazioni BAM! Bimbi Allergici a Milano e Respiriamo Misurina, con il Patrocinio del Comune di Milano e la collaborazione dell’Accademia “D” di Danza hanno organizzato per domenica 1 ottobre 2016 presso i Giardini Indro Montanelli di Milano, la giornata Allergiocando per trascorrere insieme a […]

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La difficile sfida dell'adozione internazionale

Adozione internazionale In Italia ogni anno vengono dichiarati adottabili circa mille bambini, a fronte di diecimila domande di


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Aiuto: mio figlio parla da solo!

Vi è mai capitato di vedere vostro figlio parlare da solo?

Se ha un’età compresa tre i 3 e gli otto nove anni non vi preoccupate. Fa parte della sua crescita e maturità.
Ce ne parla la psicologa Francesca Santarelli:

“Una volta acquisita una certa dimestichezza con il linguaggio, intorno a 3-4 anni, il bambino tende spesso ad accompagnare la propria attività a una sorta di monologo. Non a caso gli psicologi dell’età evolutiva definiscono questa come la fase del “monologo egocentrico” o del ” pensiero ad alta voce”, una tappa importante dello sviluppo cognitivo infantile che introduce l’interiorizzazione del linguaggio e una prima strutturazione del pensiero. Rispetto al linguaggio “socializzato”, in cui il bambino si rivolge a un interlocutore con uno scopo (informare, lamentarsi, chiedere), quello “egocentrico” non ha più obiettivi pratici o particolare intenzioni e poi esprimersi in vari modi:

-L’ecolalia, cioè la ripetizione per imitazione di sillabe e parole per il puro piacere di parlare e sentirsi parlare.

– il monologo, che consiste nel parlare a voce alta senza manifestare la volontà di essere uditi da qualcuno.

– Il monologo collettivo, quando il piccolo parla da solo in presenza di altri senza preoccuparsi di farsi capire, ma con l’intento generico di attirare l’attenzione e di farsi sentire.

Solo raramente il bambino parla da solo per colmare una carenza di comunicazione con i genitori: nel caso questi scambi siano ridotti o inadeguati, per compensare questa mancanza potrebbe appunto essere spinto a parlare più frequentemente da solo. Questo capita di rado, ma comunque mamma e papà devono essere consapevoli di quanto sia importante fornire al piccolo adeguate risposte e simulazioni verbali.

In alcuni casi il bambino che parla da solo in realtà si rivolge ad un “amico immaginario”, un fenomeno frequente tra i 3 e gli 8 anni di età che, quasi sempre, viene superata attraverso il graduale sviluppo psicologico. Si tratta di un’elaborazione della fantasia infantile che permette al piccolo di esternare sensazioni e desideri che non è capace di esprimere direttamente. Solo se la sua presenza di questo amico finisce per riflettersi sul comportamento del bimbo, condizionando i suoi rapporti con i coetanei reali è consigliabile consultare uno psicologo dell’età evolutiva per accertarsi che all’origine di questa invenzione non sia presente un disagio emotivo”.

 

Copertina-Mamme-No-Panic

Per appuntamenti  con la dottoressa Francesca Santarelli, o info, potete visitare il sito Internet del suo studio:  www.studiosantarellidecarolis.com 

Francesca Santarelli è in libreria con il libro “Mamme No Panic”, scritto a quattro mani con Giuliana Arena



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Da grande farò |Vinci e aiutalo a sostenere i suoi sogni

I miei figli hanno sogni concreti. Cosa ti piacerebbe fare da grade? Il giardiniere. Il disegnatore di auto. Quando erano più piccoli erano buffi nei loro progetti di vita: prima è stato il momento...


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Che ne pensate della mensa scolastica dei vostri bambini?

L’argomento della mensa scolastica divide. Infiamma. Accalora. In questi giorni non c’è genitore che su questo tema non abbia espresso un proprio parere a sostegno o assolutamente in disaccordo con questo servizio. La sentenza La sfida tra i detrattori delle mense scolastiche e i sostenitori nasce a Torino. In seguito a una sentenza della Corte d’Appello di […]

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Documenti nascita di un figlio: cosa serve per un neonato

Documenti nascita di un figlio Un neonato è un “cittadino in miniatura“, un piccolissimo italiano che avrà bisogno del suo corredino documentale. Quando il bambino è nato i genitori devono provvedere ad...


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Un marito o una moglie fedele? Ecco come riconoscerli

Chi non vorrebbe accanto a se un uomo o una donna fedele?
Penso tutti.
Ma come si fa a riconoscere una persona così?
Un aiuto può arrivare dalla grafia.
Oggi la nostra grafologa Candida Livatino ci spiegherà proprio quali sono le caratteristiche della scrittura del fedele.
Ecco cosa ci dice:
“Oggi vi propongo la scrittura di una persona che, se gode di una certa popolarità, non è certamente molto amata dai periodici scandalistici o di gossip: il fedele.
La sua scrittura è sobria ed armoniosa, priva di fronzoli, di riccioli e di angolosità.
E’ una grafia che scorre in maniera fluida sul foglio ed appare piacevole a vedersi.
Occupa il foglio in modo ordinato, con una distanza tra i due margini quasi uguale.
Tutti questi sono segni che ci fanno capire che si tratta di una persona serena, equilibrata e, proprio per questo, affidabile.
Nel rapporto di coppia è la componente che garantisce stabilità, perché trasmette al partner tranquillità e non gli genera tensioni emotive.
Nelle relazioni interpersonali mantiene un atteggiamento cauto, tale da non indurre interesse in un’altra persona. Nello stesso tempo evita a se stessa di cadere in tentazione.
A volte rischia però di essere  troppo totalizzante, soprattutto quando pretende un atteggiamento analogo da parte del partner.
In quel caso solo una persona altrettanto innamorata e, soprattutto, paziente e disponibile può assecondarlo.
Candida Livatino”
COP Livatino Scrivere con il cuore.inddSe volete conoscere cosa dice la grafologia sulle affinità di coppia, o scoprire se il vostro partner è fedele, sincero, vanitoso o geloso, se è più portato per i rapporti duraturi o per le avventure,  e tanto altro ancora, vi ricordo che Candida Livatino ha scritto il terzo libro proprio su questo tema: “Scrivere con il cuore” editore: Sperling & Kupfer.
Candida Livatino ha anche un sito Internet in cui racconta tutte le sue esperienze lavorative e tanto altro ancora.
L’indirizzo :
www.livatinocandida.it


Fonte: http://vivalamamma.tgcom24.it/2016/09/un-marito-o-una-moglie-fedele-ecco-come-riconoscerli/

Grazie NONNI e Buona Festa!

nonno_nipote

 

La tentazione di pubblicare la foto dei miei nonni dei miei figli è stata forte, ma non l’ho fatto per rispetto della loro privacy.
Ma vorrei dire loro GRAZIE.
Grazie d’esistere, grazie perché viziate i miei figli, grazie perché li coccolate e li amate senza limiti e incondizionatamente, grazie perché per loro il tempo non vi manca mai, grazie per tutte le storielle che gli raccontate e per i lavoretti che fate insieme.
Peccato solo non avervi sempre con noi!

Grazie a tutti i nonni e buona festa!



Fonte: http://vivalamamma.tgcom24.it/2016/10/grazie-nonni/

Pidocchi in gravidanza: cosa fare?

  Quello sui pidocchi è uno dei post più letti i questo sito. E un motivo c’è: dai pidocchi non si scappa! Prima o poi tocca a tutti! Per quanto mi riguarda, il poi non è ancora arrivato, ma...


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Far viaggiare i bambini davanti in auto si può?

Una domanda frequente tra i genitori è quella sul far viaggiare o no i bambini davanti in auto. Ecco cosa dice la normativa É  possibile far viaggiare i bambini davanti in auto? Il sedile di fianco al guidatore è o no off limits per i nostri bambini? C’è un’età dopo la quale è possibile viaggiare […]

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7 motivi per cui le mamme smettono di allattare

Siamo nella Settimana Mondiale per l’allattamento al seno. Quali sono i motivi per cui le mamme smettono di allattare? Quali sono i motivi per cui le mamme smettono di allattare? Nella settimana dell’allattamento vediamo anche il perché, a volte, non è facile per le neo mamme continuare a dare il seno ai propri bimbi. Oltre […]

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I gatti, che hanno accompagnato ogni fase della mia vita

Sono sempre stata innamorata dei gatti:  il mio cartone preferito era "Gli Aristogatti" e desideravo con tutto il cuore una gattina bianca dal pelo lungo da chiamare Duchessa.

Mio papà è sempre stato irremovibile, fino a quando mia zia ci ha implorato di prendere un gattino di un'amica, che altrimenti avrebbe fatto una brutta fine.

Niente gattina bianca dal pelo lungo: era l'incrocio tra un Siamese e Nazgul, (ma questo non lo sapevo ancora, credevo fosse solo un gatto), si chiamava Mizzi, ed ero semplicemente fuori di me dalla gioia.

Sono passati più di 30 anni, eppure ricordo l'emozione dell'attesa: mia zia abitava a Milano,sarebbe arrivata in treno, e io contavo i minuti.

Ero così immensamente felice!

Era tanto bello quanto cattivo.
Il suo gioco preferito era farmi agguati: si nascondeva dietro le siepi o le porte, e quando passavo i saltava addosso.

Se non aggrediva me, andava a fare a botte con altri gatti della zona, e talvolta spariva per giorni, tornando sempre malconcio.
Finchè ad un certo punto i giorni sono passati uno dopo l'altro, e lui non è tornato.
Ho pianto tutte le mie lacrime, mi è stato regalato un pappagallo prima e un criceto dopo, ma io ero inconsolabile.

E poi è arrivata Minou: grigia e a pelo lungo, le ho dato il nome della figlia di Duchessa.
Discreta e pacifica, è stata con noi moltissimi anni, quasi 18.

Quando sono andata a vivere con mio marito, è arrivata Maya: una persiana bellissima, che è ancora con noi.
Mi ha accompagnato nello studio per la preparazione dell'esame di stato, e nei primi passi della nostra vita come famiglia.





Snella e intelligente, ci chiama la mattina e si addormenta con noi la sera. Ha più di 12 anni, ma ancora adora giocare, ed è un portiere provetto: ci fa fare delle risate pazzesche con le sue rovesciate.



Un giorno, passando davanti ad un negozio, ho visto lui, Mimmo.


Un gattone rosso (vabbè, rosa, ma son dettagli), bellissimo, che nessuno voleva perchè era già grande, e la gente vuole solo i cuccioli.
Ho chiamato mio marito pregandolo di poterlo prendere, ma lui non ne ha voluto sapere.
Sono stata due giorni a pensare a Lui, finchè sono andata in qual negozio e ne siamo usciti in due.
E c'è stato il rischio che ci rimanessimo in due, visto che mio marito si è arrabbiato così tanto da rispedirmi dai miei.

Alla fine ci ha ripreso, Maya lo ha accettato, anche se è stato un rapporto di amore e odio.
In realtà speravo in una cucciolata di micetti (altro mio sogno), ma niente, non sono arrivati.

L'anno scorso Mimmo ci ha lasciato. Aveva solo 10 anni.
Avevo scoperto da poco che aveva problemi renali, ma il veterinario mi aveva detto che con la cura poteva riprendersi.
Eravamo in Portogallo per un week end, siamo tornati e non ci è corso incontro.
Ci ho messo diverse ore a trovarlo, si era nascosto nella stufa, il mio gattone rosa.
Ho pianto per giorni, e quanto detestavo chi mi diceva "è solo un gatto!".
Era il mio gatto, mi ha accompagnato per 10 anni, purtroppo non mi ha reso "nonna", ma lo abbiamo amato tutti tantissimo.
Era tonto, non sapeva saltare, non giocava, ma adorava le coccole e scaldava le nostre notti.
Mi manchi ancora, Mimmo.

Vista la mia passione per questi magnifici felini non potevo non appoggiare la campagna Friskies gli inseparabili.
Dal primo settembre al 31 ottobre 2016 ogni 5 confezioni acquistate, Friskies dona un pasto ad un cane o ad un gatto ospite dei rifugi Enpa. Il progetto è già al suo terzo anno e le scorse edizioni hanno avuto un grandissimo successo, portando alla donazione di ben due milioni di pasti (due milioni!!!).


Facciamo girare la notizia, quest'anno non può essere da meno: forza, cerchiamo di superare il milione di pasti donati!
Friskies tutela gli animali abbandonati, aiutandoli nel periodo di permanenza presso i rifugi ENPA, ma senza mai dimenticare che l'obiettivo ultimo è quello di trovare loro una famiglia in cui portare la felicità e l'amore che sono gli animali sanno far uscire.

Vi lascio con questo video, ditemi se siete riuscite a non commuovervi!





Fonte: http://www.50sfumaturedimamma.com/2016/10/i-gatti-che-hanno-accompagnato-ogni.html

Quanti nomi si possono dare al bambino? La guida completa

Quanti nomi si possono dare a un bambino In Francia il numero di nomi che si possono dare al neonato è illimitato. Ciò vuol dire che un bambino può avere anche cinque nomi e che tutti vengono...


Fonte: http://www.pianetamamma.it/la-famiglia/il-bimbo-nella-societa/legge-nome-bambino.html