1 dicembre 2016

Et voilà, benvenuti al nostro Polo!

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Voi sapete che esiste la porcellana fredda?

Io fino a sabato scorso no! Non ne conoscevo l’esistenza.

Poi nel weekend siamo andati ad una fiera di prodotti artigianali a Novegro, vicino Milano.
Ci siamo avvicinati ad un banco attratti dai colori e dalle forme degli oggetti esposti. C’era una ragazza che stava tenendo un mini corso di porcellana fredda.
Stava insegnando a due signore a realizzare un Babbo Natale.

La porcellana fredda sembra pongo, una pasta che si modella con le mani. Ma bisogna avere delle accortezze, perché se si raffredda si indurisce e poi non si può più lavorare.

Marco e Luca erano attratti da questo tipo di lavorazione e hanno cominciato a fare un sacco di domande alla ragazza. Le due signore che stavano facendo il corso però erano abbastanza infastidite dalla loro presenza.
Ma fare come ad allontanarli?
Nello stesso stand c’erano altre signore che stavano lavorando la pasta di zucchero. Ho chiesto se facevano dei laboratori per bambini di cake design.
Detto fatto. Marco e Luca si sono seduti e hanno cominciato a lavorare. Due minuti dopo altre tre bambine si sono unite al tavolo.

Intanto io continuavo a sbirciare le signore alle prese con i Babbo Natale e ho anche conosciuto un altro gruppetto di artiste che stavano realizzando delle stelle di Natale con la pasta di zucchero.

Chiacchierando, chiacchierando, mi hanno raccontato che fanno tutte parte di una associazione No Profit che si chiama Food & Cake Design Associazione Artisti Italiani. Una realtà abbastanza giovane (è stata costituita il 3 giugno scorso). Ma vi assicuro che hanno entusiasmo da vendere!

Il risultato è stato entusiasmante.

Non solo il Babbo Natale (che potete vedere in foto) ma anche i biscotti con i pinguini realizzati da Marco e Luca.

La signora che teneva il corso mi ha detto: “Suo figlio è molto portato per questi lavori. Ha una bella manualità!”
Si riferiva a Marco. Ed effettivamente è stato l’unico bambino a fare tutto completamente da solo! Era super orgoglioso del complimento (e non posso negarlo… pure io :))

Luca invece si distraeva in continuazione. Spiava i lavori degli altri… Chiacchierava con le bambine….

Purtroppo non ho visto la stella di Natale finita. Per farla ci vuole veramente tantissimo tempo. Ogni foglia va lavorata singolarmente, fatta asciugare, poi colorata ed infine assemblata. Chi ha il coraggio di mangiare queste opere d’arte?

Presi dall’entusiasmo abbiamo comprato un panetto di pasta di mais per fare anche noi a casa delle piccole “meraviglie” in porcellana fredda.

Ieri mattina abbiamo provato a colorare la pasta (che di base è bianca) con i colori acrilici.

Io volevo riprodurre il Babbo Natale. Ma non sono riuscita a fare il rosso brillante. Dopo aver consumato quasi mezzo tubetto di colore rosso avevo in mano la pasta di colore rosa. Ho aggiunto un po’ di nero, un po’ di giallo e di arancione. Alla fine la pasta era diventata viola!
Ahhhhhrgggg!

Allora ho deciso di fare il pinguino.

Marco e Luca, invece, volevano fare il pupazzo di neve.

Dopo due ore… i nostri tre quasi capolavori erano pronti.

Che ne dite del risultato?

Per essere la prima volta… io mi ritengo abbastanza soddisfatta. 😉

Io: “Luca, perché il tuo pupazzo di neve non è tondo?”

Lui: “Mamma, questo è quel pupazzo di neve che fai quando nevica. Ed è bellissimo. Poi dopo qualche giorno comincia a sciogliersi, si sporca un po’ e diventa così!”

Effettivamente il discorso non fa una piega 😉

Chissà se nelle prossime fiere che visiteremo incroceremo ancora queste artiste di Food & Cake Design. Mi piacerebbe molto!

Intanto tra i mille sogni nel cassetto e richieste da fare a Babbo Natale aggiungo anche un piccolo corso di porcellana fredda e uno di cake design!  🙂

Ecco qualche immagine del laboratorio di cake design:

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Fonte: http://vivalamamma.tgcom24.it/2016/11/et-voila-benvenuti-al-nostro-polo/

Il segreto usato da un ex dipendente per guadagnare 45.235€ in una settimana! #gcQoJ






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Il peccato originale della mamma (dove la mela non è contemplata)

maternità

Vi siete mai chieste che cosa ha incastrato la mamma nella scomoda etichetta “nata per allevare” lasciando che l’uomo si rifugiasse ai margini del nucleo familiare? Non tiratemi fuori la storia del “perché-sono-le-donne-a-mettere-al-mondo-i-figli” che stacco uno a uno i tasti della mia tastiera del Mac e li impianto al posto dei denti di chi solo pensa a una frase del genere.

Io sto con i pinguini, ad esempio. Queste creature in frac che camminano come facevo io al nono mese inoltrato di gravidanza sono avanti eoni interi rispetto a noi umani: il maschio della specie si cura in toto dell’uovo mentre la femmina ricopre il ruolo di procuratrice cibo. No, ma per la prossima vita voglio vedere la luce nel polo sud.

Nella dimensione umana invece la situazione, si sa, è ben diversa: la donna sbraita, il bimbo nasce, l’uomo sbevacchia con gli amici brindando al suono di “w me che sto per diventare padre!”

Dopo il post sbornia in cui il neopapà si ricorda vagamente la serata, dove quel vagamente si configura in un paio di flashback in cui per puro caso ha sfiorato il culo della barista e si è fatto un selfie con lo scopone del bagno riatterra con una emicrania a grappolo nella dimensione reale. E una volta che si rende conto di cosa lo aspetta quasi sente la nostalgia dello scopone del bagno. E del culo della barista, naturalmente.
Il quadro che gli si prospetta non è dei più rosei:la moglie pare pronta per girare una scena di Apocalypse Now, il bebé gli sembra il maestro Yoda da cucciolo e lui dopo avere postato foto sui suoi profili social del nascituro, di lui con lei, di lui con l’infermiera, di lui con il porta flebo, di lui con il distributore di merendine automatico pensa di avere concluso il suo ruolo di padre.

Lei, la protagonista di Apocalypse Now, ha già capito tutto, e mentre è alle prese con il posizionamento del capezzolo dentro la bocca minuscola di Yoda da piccolo pensa a multitaskizzare la sua nuova vita pianificando già ogni singola giornata della sua nuova vita intessendo il tutto con il motto per antonomasia femminile: lascia che ci penso io. O in alternativa: sta buono, che faccio io. O altra versione: tu vai, che non sai fare una mazza.

Così, senza nemmeno accorgercene, scatta il meccanismo perverso per cui l’uomo riprende la sua vita uscendo di casa la mattina (come sempre), andando in ufficio (come sempre), facendo l’aperitivo prima di rincasare (come sempre), e trovandosi pure un’amante (che lei, la protagonista di Apocalypse Now, da quando ha Yoda cucciolo tra le braccia gliela fa vedere meno dell’apparizione della cometa di Halley).

Ed ecco come ci siamo ritrovate inevitabilmente a ricoprire il ruolo della dea divinorum, che  tutto conosce sul senso della vita e i suoi più reconditi segreti. Che tutto vede, ha visto, vedrà. Il cui compagno è un semplice terrestre che a volte sembra essere presente nella sua vita con la stessa evanescenza di un ectoplasma.

Questo ruolo per un pò forse ci è piaciuto. Insomma in fin dei conti era l’unica funzione per cui sembrava fossimo state programmate (prima che riuscissimo in qualche modo a capire che anche noi potevamo studiare, lavorare, votare, entrare in politica, bere birra e ruttare liberamente).

Molte di noi, troppe direi, sono cadute nell’arroganza, nella tendenza a sentirsi onnipotenti in campo maternage. Qualcuno ci conceda questa sfrontatezza, è il minimo che si possa fare visto che il travaglio ci spetta di dovere e diritto.

Quindi ci siamo caricate in spalla uno zaino di dimensioni spropositate e buttate un paracarro di due quintali sui piedi con il dolore che si è propagato attraverso i secoli.

Il vero peccato originale lo abbiamo commesso noi, altroché Eva. Noi abbiamo aperto  una falla che si sarebbe allargata a macchia d’olio senza più arrestarsi. E avrebbe raggiunto tutte le terre, i laghi, i mari chiusi e aperti, l’immensità  degli oceani e le maestosità  delle più grandi catene montuose esistenti  e si sarebbe impossessata delle menti di tutte le femmine terrestri. E avrebbe mummificato gli esseri testosteronici. Salvo qualche elemento che (quasi si può gridare al miracolo) emerso dalla fanghiglia maschilista si erge a modello di padre pressoché perfetto: sa cosa significhi portare a spasso un bambino, conosce il giusto verso di un pannolino, il biberon per lui non è un pistone di un motore a 4 tempi.

Noi siamo alla ricerca spasmodica di questo esemplare. Se qualcuno sapesse dirci dove si trovi batta un colpo. Ci procureremo il suo dna per clonarlo. Della pecora Dolly non sappiamo che farcene…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Fonte: http://www.oasidellemamme.it/2016/11/la-donna-e-il-peccato-originale-della-maternita-dove-la-mela-non-e-contemplata-2/

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…e se lo vizio?

abbraccio_papà

Sempre la solita domanda:  portando il bambino in fascia si vizia?  tenendolo sempre a contatto si trasforma in un mammone-cozza?

In tanti rispondono…ma vi lasciamo con questa riflessione, ideale nel periodo caldo.

“Immaginate di avere sete. Qualche volta vi viene dato un bicchiere d’acqua, qualche volta no. La vostra sete non è soddisfatta. L’unica cosa che sapete è che è sempre qualcun altro che decide se darvi o no un bicchiere d’acqua. Diventate sempre più nervosi e frustrati. Cominciate quindi a chiedere dell’acqua continuamente, anche quando non avete sete, perchè non siete sicuri che, quando avrete sete, vi sarà data dell’acqua.Diventate insicuri quando non avete acqua a disposizione e così preoccupati di non aver abbastanza acqua da divenire incapaci di pensare ad altro. Diventate dipendenti dalla fonte, che non abbandonate per poterne chiedere in continuazione.

Adesso immagina lo scenario opposto. Sei assetato e ti viene subito dato da bere in modo da placare la tua sete. Sei soddisfatto e puoi continuare a fare ciò che stavi facendo senza preoccupazioni. Ti rassicura sapere che l’acqua è sempre disponibile e che puoi prenderla ogni volta che vuoi. Con questa sicurezza alle volte addirittura te ne dimentichi. Senza pensieri, puoi dedicarti anima e corpo ad altre attività. Puoi esplorare, crescere…addirittura allontanarti dalla fonte.

Ora trasporta questo questo scenario sul tuo piccolo e sul suo bisogno di contatto fisico. E’ evidente che rispondere immediatamente al bisogno del vostro bimbo non lo renderà dipendente…

 

da Istruzioni per l’Uso – BBSlen Babylonia.

L'articolo …e se lo vizio? sembra essere il primo su Mammarsupio.



Fonte: http://www.mammarsupio.it/2015/08/07/e-se-lo-vizio-2/

Scopri i regali artigianali per un natale migliore #NZhvq






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“L’errore di Babbo Natale”: Richard Curtis ci regala un nuovo splendido libri per bambini.

Non è un segreto, oramai le illustrazioni di Rebecca Cobb sono spettacolari (e ci piace ancora di più come persona, data la sua dedica in questo libro “Per la mia famiglia e Babbo Natale” – speciale), così abbiamo voluto recensire con piacere questo libro natalizio.

Richard Curtis riesce a emozionarci come nessun altro. Il rapporto tra i due personaggi principali (due gemelle di nome Michi e Alex) è dato da colpi di scena impertinenti, Alex ne combina di tutti i colori prendendo di mira la sorella gemella Michi.lerrore-di-babbo-natale-richard-curtis-rebecca-cobb-gallucci-libricino-libri-fiabe-favole-per-bambini-ragazzi-news-blog-recensioni-1

Michi è veramente preoccupata, la sorella rischia di non ottenere i regali da Babbo Natale quest’anno dato i suoi comportamenti, difatti le sue preoccupazioni sono ben fondate; Babbo Natale quest’anno ha deciso di non dare nulla ai bambini dispettosi e fare regali solo ai bambini dai comportamenti esemplari. Ma fa un errore cruciale, tuttavia, confonde le gemelle mentre dormono e lascia un enorme calza piena di doni per Alex e Michi riceve una calza vuota. Le sorelle nella loro generosità rimediano.

Babbo Natale tornerà indietro per rimediare al suo errore, per colmare la calza lasciata vuota? A voi il finale da scoprire.

I bambini non possono essere dipinti come buoni o cattivi, Alex dopo tutti i suoi modi sbagliati, finalmente fa qualcosa innegabilmente ‘buona’, condividere la sua calza. Il legame tra sorelle è così forte.lerrore-di-babbo-natale-richard-curtis-rebecca-cobb-gallucci-libricino-libri-fiabe-favole-per-bambini-ragazzi-news-blog-recensioni-2

Il messaggio dolce è la condivisione è il farsi forza a vicenda, preoccuparsi dello stato d’animo dell’altra, nonostante le beghe quotidiane.

Una grande storia, speziata dagli odori e ambientazioni natalizie; Rebecca Cobb ancora una volta supera se stessa con le illustrazioni. Geniale l’idea del cattivometro di Babbo Natale per misurare il comportamento dei bambini. Davvero consigliato come il già recensito Un’eccezionale Nevicata dello stesso autore e illustratore.

 

  • Titolo: L’errore di Babbo Natale
  • Autore: Richard Curtis
  • Illustratore: Rebecca Cobb
  • Copertina rigida: 44 pagine
  • Editore: Gallucci (18 ottobre 2012)
  • Collana: Illustrati
  • Lingua: Italiano
  • ISBN-10: 8861454151
  • ISBN-13: 978-8861454156


Fonte: http://www.libricino.it/2016/12/01/lerrore-di-babbo-natale-richard-curtis-ci-regala-un-nuovo-splendido-libri-per-bambini/

Tutorial stella di carta 3D per Natale

Inseriamo un nuovo tutorial stella di carta 3D per Natale. Esistono tante versioni di stelle e per chi ama cambiare e trovare nuove stelle questa è sicuramente un’idea da provare subito. Per realizzarla vi occorrono semplicemente 6 fogli da stampante A4; la stella di Natale 3D è molto voluminosa, adatta quindi a riempire grandi spazi come le pareti di casa e scuola. Come sempre vi mostriamo tutti i passaggi. Per continuare ad addobbare con altri suggerimenti semplici e molto decorativi, non dovete fare altro che andare nella categoria FESTA NATALE.

Tutorial stella di carta 3D per Natale

Tutorial stella di carta 3D per NataleTutorial stella di carta 3D per Natale-22Tutorial stella di carta 3D per Natale-23Materiale:

  • sei fogli A4 del colore che preferite
  • forbici
  • colla
  • righello
  • matita

Passaggi:

1) prendere un foglio A4

fiocco-neve-addobbi-12) piegare a metà sia per il lato corto che quello più lungo in modo da dividere il foglio in quattro parti

fiocco-neve-addobbi-23) piegare verso il centro il lato in basso

fiocco-neve-addobbi-34) riaprire il foglio

fiocco-neve-addobbi-45) adesso dovete piegare nuovamente il lato inferiore verso la prima piega che incontrate (quella che avete ottenuto con il passaggio precedente)

fiocco-neve-addobbi-56) piegare di nuovo verso il centro (in tutto sono 2 pieghe!)

fiocco-neve-addobbi-67) ripetere i passaggi anche su il lato superiore; al termine dovete avere il foglio come vi mostra la foto

fiocco-neve-addobbi-78) incollare la parte destra solo nella parte interna delle pieghe ottenute in precedenza (guardate bene la colla nella foto)

fiocco-neve-addobbi-89) piegare adesso la parte sinistra sulla destra (far coincidere bene le due metà)
fiocco-neve-addobbi-910) questo è il risultato finale; avete realizzato una sorta di bustina aperta da un lato
fiocco-neve-addobbi-1011) ripetere tutti i passaggi con i restanti 5 fogli; in tutto vi occorrono per realizzare una stella 6 bustine
fiocco-neve-addobbi-1112) dovete adesso tracciare questa linea; partendo dalla parte aperta calcolate circa cm10 e fate una linea verso il centro del lato corto
fiocco-neve-addobbi-1213) tracciate la seconda linea (questa volta circa cm5 dalla parte aperta)
fiocco-neve-addobbi-1314) tagliare lungo le linee disegnate
fiocco-neve-addobbi-1415) ripetere i passaggi precedenti su tutte le buste
fiocco-neve-addobbi-1516) per completare la stella ora vi resta solo da incollare tra di loro le buste; mettere la colla come vedete nella fotografia (sul lato corto e al centro)
fiocco-neve-addobbi-1617) dopo aver incollato tutte le buste, aprire e incollare i due lati per chiudere la vostra stella
fiocco-neve-addobbi-1718) una volta unite le due estremità questo è il risultato finale; una bellissima stella da appendere dove volete!
fiocco-neve-addobbi-18fiocco-neve-addobbi-20fiocco-neve-addobbi-21fiocco-neve-addobbi-192

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Fonte: http://www.mammaebambini.it/festivita/natale/tutorial-stella-carta-3d-natale/

La colazione al sacco…. quasi mancata!

Può capitare, lo so.
Ma a me non era mai successo. Ho sempre avuto una buona memoria e mai, mai in 44 anni avevo dimenticato un appuntamento, un impegno… Mai. ( Se è capitato non me lo ricordo 😉 ).
Ieri faceva freddo. Sono uscita dall’ufficio, ho raggiunto Marco all’oratorio dove stava giocando con un suo amichetto e siamo andati di corsa al campetto di calcio dove Luca stava facendo gli allenamenti.
Oltre mezz’ora ad aspettare. C’era anche una bava di vento.
Alla fine dell’allenamento ero gelata. Non sentivo più le estremità di mani e piedi.
Tornati a casa, ho spedito Luca sotto la doccia calda. Intanto ho preparato la cena: pastina in brodo, filetti di merluzzo al forno, formaggi, frutta.
Alle nove finalmente avevo finito di sparecchiare, rassettare la cucina, lavare i piatti, steso i panni che intanto la lavatrice aveva lavato.
Ho detto a mio marito: “E’ finita anche questa giornata. Avrei da stirare, ma non ne ho proprio voglia. Domani è un altro giorno e si vedrà!”

Ho preso il cellulare, ho aperto WhatsApp. C’erano dei messaggi sul gruppo della classe di Marco.
Il primo: “Domani i bambini vanno in gita, volevo sapere se….”
Non sono riuscita a leggere oltre.
“Cavolo, cavolo, cavolo!”, ho esclamato (In realtà ho detto altro… ma non lo posso scrivere 😉 ).
“Cosa è successo?” mi ha chiesto subito mio marito.
“Domani Marco deve andare in gita e io me ne ero completamente scordata. Completamente! Capisci? Il nulla, il vuoto.”
E lui: “Vabbè, che problema c’è? Ora lo sai”
Io: “Gita significa pranzo al sacco. Cosa gli do da mangiare a tuo figlio domani? Mangiasse tutto!”
Lui: “Del parmigiano e dei taralli!”
Io: “Tutto il giorno fuori con due taralli e due tocchi di parmigiano? Certo che tu la fai facile! Anche io vorrei essere uomo per non dover pensare a nulla.”
Ho aperto il frigorifero. C’era del formaggio, una vaschetta di prosciutto crudo e in dispensa avevo del pane bianco per tramezzini.
Ho chiamato Marco. “Tu domani vai in gita?”
E lui: “Certo”
Io: “Ma non me lo potevi ricordare?”
Lui: “Mamma, mi hai dato i soldi e hai firmato l’avviso, lo sapevi anche tu della gita!”
Io: “Sì, sapevo che dovevi andare al museo con la scuola, ma non mi ricordavo il giorno. Potevi ricordarmelo! Ti va bene se per domani ti preparo dei tramezzini farciti?”
Marco: “Mamma, lo sai che non mi piace questo pane. Non mi puoi dare come sempre qualche focaccina e dei panini morbidi?”
Io: “Ok, va bene. Domattina mi alzo prima e ti vado a prendere il pane fresco e le focaccine. Poi ti preparo dei tocchetti di parmigiano e dell’acqua. Ti basta o vuoi altro?”
E mentre mi accordavo con Marco sul da farsi, mio marito sorrideva: “Certo che come lo vizi tu….”
Alle nove e mezza i bambini erano già a letto.
Ma io ero continuavo ad essere nervosa. Ero arrabbiata, incavolata con me stessa. “Ti rendi conto? Se non avessi letto quel messaggio io avrei mandato il bambino a scuola senza pranzo al sacco! Povero figlio e che figuraccia avrei fatto!”
E mio marito: “Altro che VivaLaMamma, saresti diventata la barzelletta della scuola! Ah! Ah” Ah!”
Io: “Scusa, ma mi spieghi perché devo essere solo quella che si deve ricordare le cose, quella che deve organizzare, preparare… Tu ti senti esonerato? Non ti senti un po’ in colpa?”

Lui: “Io? No. Ci hai sempre abituati così. Tu sei quella che fa tutto, che pensa a tutto… Va bene così!”
Io: “No, mi sa che non va più bene così. Sto perdendo colpi…”

Sono andata a letto, ma non ho riposato bene. Mi sono svegliata mille volte. Avevo paura di non sentire la sveglia, di non fare in tempo a fare tutto… Insomma nottataccia.
Stamattina la sveglia. Mio marito prontamente: “Non devi andare a comprare i panini?”

Io: “Sì, mi sto alzando. Un attimo…”
Alle 7.20 ero già tornata a casa con i panini ancora caldi, le focaccine appena sfornate e i cornetti al cioccolato per la colazione!
Arrivata in ufficio ho raccontato alle mie colleghe della mia dimenticanza.

“E’ la prima volta, vero? Ecco perché stai così! Vedrai che all’ennesima volta non ti sentirai più in colpa!”, mi ha risposto la prima collega sorridendo.
E l’altra: “Beh, io una volta ho dimenticato mio figlio in palestra!”
Io: “ E poi?”
Lei: “E poi mi hanno chiamata e sono andata a prenderlo”.
Io: “E come ti sei sentita?”
Lei: “Che ti devo dire, siamo umani, può capitare… In fondo anche Gesù fu dimenticato al tempio…”



Fonte: http://vivalamamma.tgcom24.it/2016/11/la-colazione-al-sacco-quasi-mancata/

Anelli per regali di Natale meravigliosi : artigianato Italiano #oeqPU






I gioielli artigianali vengono creati su misura da artigiani altamente qualificati. Sono venduti su internet, sui mercatini e nelle gioiellerie di tutto il mondo. Questi gioielli vengono creati in diversi materiali, e alcuni pezzi sono il risultato di una combinazione di materie diverse.

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Fantasmi volanti e teschi ghignanti

Processed with Snapseed.

Halloween bussa alla vostra porta ma se andate ad aprire non trovate nessuno? Attenti! È perché la vostra casa è stata invasa dai fantasmi! Non paurosi, però.

No, buffi, rotondi, ciccioni, se ne vanno in giro per casa vostra con le loro tuniche svolazzanti sopra le vostre teste.

Fabbricarne un piccolo stuolo non è difficile, anzi. Un gioco da ragazzi.

Vi servono solo:

– Palloni gonfiabili bianchi

– Carta adesiva nera

– Pennarello nero indelebile

– Tela sottile tipo garza bianca

– Filo di nylon trasparente

Processed with Snapseed.

Processed with Snapseed.Prima di tutto mettete all’opera papà. Fategli sfoderare la sua forza gonfiando quanti più palloni può.

Poi, mentre papà si riprende, fate tagliare a mamma la stoffa in quadrati o rettangoli di almeno 90 cm di lato. Quindi disegnate sulla carta adesiva degli ovali neri di diverse dimensioni. Su metà dei palloni disegnate con il pennarello delle facce paurose da scheletro tipo queste. Sull’altra metà dei palloni legate con un nodo ben stretto del filo di nylon lungo 1,50 mt. Se il nodo tende a sciogliersi, fissatelo con una goccia di smalto trasparente.

Posizionate quindi il pezzo di tela sopra il pallone, infilate il filo trasparente in un ago e fatelo passare attraverso il tessuto, lasciando ricadere la stoffa. Il vostro fantasma è quasi pronto.

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All’altra estremità del filo attaccate del washi tape colorato per poterlo ritrovare facilmente.

Ritagliate dalla carta adesiva gli occhi neri e incollateli ai fantasmi. Se tendono a scollarsi (col caldo in casa può succedere) incollateli con della colla.

Ora non resta che appendere i fantasmi. Usate dei piccoli chiodini da fissare al soffitto o dietro gli stipiti delle porte e finestre.

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Processed with Snapseed.

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Sarà un Halloween mostruosamente divertente.

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copertina

Cos indossa un vestito a maxi righe bianche e nere che potete vedere QUI, perfetto per il tema Halloween!

Sabina e Cos (ZigZagMom)

L'articolo Fantasmi volanti e teschi ghignanti sembra essere il primo su Il Gufo.



Fonte: http://magazine.ilgufo.com/floating-phantoms-and-grinning-skulls/

Il segreto usato da un ex dipendente per guadagnare 45.235€ in una settimana! #ShHzB






Secondo un articolo della BBC, “le opzioni binarie hanno permesso a tutti, anche alle persone senza esperienza, di guadagnare denaro come i milionari di Wall Street”. Ed è vero, tante di queste persone non hanno una laurea in economia e finanza, né alcuna esperienza precedente nel settore degli investimenti.

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Giochiamo con i neonati!

Il gioco è un’attività molto importante per favorire lo sviluppo percettivo e cognitivo del vostro piccolo.
Fin dalle primissime settimane di vita i bambini iniziano a prendere atto della propria esistenza e del loro corpo giocando.

I bebè giocano in continuazione: quando vengono allattati spesso cercano di toccare il volto della mamma e magari afferrano i suoi capelli o la sua collana per cercare di portarseli alla bocca. Oggi per fortuna esistono delle speciali collane da allattamento e dentizione, coloratissime e morbide, in silicone totalmente atossico, che possono essere assaggiate e masticate dai più piccoli senza rischi.

Quando sono nella culla o nel box, s’incantano ascoltando la dolce musica di un carillon o osservando i pupazzi di una giostrina; per loro anche seguire con lo sguardo gli oggetti in movimento è fonte di divertimento e quindi di gioco. Queste attività, che a un adulto possono sembrare semplici e banali, lo impegnano completamente e stimolano i suoi sensi.

Inoltre il gioco permette ai bambini di stimolare la loro creatività. Per questo motivo oltre ai cosiddetti giochi educativi che lo portano a sviluppare le capacità manuali e logiche permettendogli di comprendere al meglio il mondo che lo circonda, sono molto importanti anche giocattoli tradizionali, che gli permettano di dare libero sfogo alla fantasia e all’immaginazione, come morbidi animali di peluche, tappeti gioco, pupazzi di pezza o semplicissime scatole di cartone. Il gioco libero è un alleato importante per la salute e il benessere dell’infanzia!

Detto questo, è raccomandabile considerare attentamente la fase di sviluppo del bambino per individuare i giochi più adatti alla sua età. Solitamente, i giochi più adatti per i neonati sono quelli che mirano a sviluppare i sensi e che includono il movimento degli oggetti e la loro manipolazione. È importante tener conto del fatto che il neonato nella fase orale del suo sviluppo conosce gli oggetti soprattutto attraverso la bocca, quindi bisogna fare molta attenzione a offrirgli giocattoli totalmente atossici e senza piccole parti staccabili, che potrebbero soffocarlo. Durante la dentizione il desiderio di mettere in bocca qualsiasi cosa cresce sempre di più e va assecondato perché rilassa il bambino e gli permette di trovare sollievo alle gengive doloranti. Via libera dunque e sonaglini e massaggiagengive di qualsiasi forma e colore, a patto che siano sicuri.

Molto importante è che i genitori trovino del tempo per condividere con il bambino il momento del gioco, specialmente quando è molto piccolo. Questo è importante perché il piccolo sta scoprendo il mondo ed il suo corpo e quindi è importante che i genitori condividano con lui questi momenti che andranno ad accrescere l’intimità familiare. Un momento prezioso per il gioco è ad esempio il bagnetto. Verso i 3/4 mesi potrete fargli fare il bagnetto con dei giocattoli galleggianti di gomma e magari aggiungere delle spugne di forma, colore e consistenza diverse in modo da stimolare oltre che la fantasia il senso del tatto.

Ecco alcuni giochi da fare con i bambini da 0 a 12 mesi:

  • Prendete un pupazzetto colorato, o un calzino che potrete trasformare in burattino ed iniziato a muoverlo in alto ed in basso e poi fategli fare dei cerchi davanti al bambino che lo seguirà con lo sguardo. uesQRicordate che il neonato ha solamente una visione periferica e quella frontale si sviluppa attorno ai 2/3 mesi e questo semplice “gioco” aiuta a migliorarla.
  • Appendete ad un lato della culla uno specchio infrangibile ed una volta attirata l’attenzione del piccolo fatelo dondolare nella sua direzione. Il vostro bambino prima lo seguirà con lo sguardo e poi cercherà di prenderlo con le manine.
  • Attorno ai 4 mesi il gioco del “cucù…settete” è un classico e aiuta il bambino a capire che le cose attorno a lui continuano ad esserci anche se lui non le vede. Quindi, giocando, impara un’importante lezione di vita.
  • Verso i 4/5 mesi il bambino inizia ad usare le sue piccole mani. Ed allora potrete giocare con lui facendogli vedere come si battono le manine, magari improvvisando una piccola filastrocca o esclamando “viva!!!” con un tono gioioso. Questa attività, ripetuta tante volte lo aiuterà a migliorarne il controllo.
  • Attorno ai 6 mesi incomincia a stare seduto da solo e ad usare la “pinza”, ovvero la presa con pollice ed indice. E quindi potrete offrirgli i classici cubetti di legno che gli permetteranno di costruire fantastici castelli che poi si divertirà a demolire. Sedetevi accanto a lui e incoraggiatelo sia quando crea, che quando distrugge.

La mamma e il papà devono interagire con il piccolo, ma senza mai forzare la mano e dandogli il tempo e il modo di fare le sue scoperte personali lasciandolo anche giocare da solo. In questo modo inizierà a capire alcune delle relazioni fondamentali, come quella di causa ed effetto. Quello che veramente è importante per il bambino, non è tanto il giocattolo con cui giocare, ma la possibilità di condividere l’esperienza del gioco con qualcuno

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Vita in Piattaforma: Eniscuola e Fondazione Cetacea per la salvaguardia della biodiversità marina

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Sono una di quelle privilegiate che ha avuto la possibilità di trascorrere ogni estate nella casa del mare di mia nonna.

Il viaggio da Milano lungo la costa Adriatica fino al Molise sembrava interminabile: ore trascorse al caldo in un’auto priva di aria condizionata, stracarica di valigie che impedivano di trovare una posizione comoda, con l’unica compagnia del mio fratellino.

Per due estati di fila c’era anche il nostro pesce rosso, Ugo, che una volta a momenti perdevamo in autostrada!

All’autogrill, mentre mio papà faceva benzina, io ero scesa dall’auto per sgranchirmi le gambe. Dopo aver retto la boccia di Ugo per ore, l’avevo appoggiata sul tetto della macchina e ovviamente, sbadata come sono, lì l’avevo lasciata quando poi eravamo ripartiti.

Che fine misera avrebbe fatto se un camionista misericordioso, in sosta all’autogrill, non ci avesse suonato tutti i clacson bitonali del suo camion per avvertirci dello sciagurato animale abbandonato sul tetto della macchina.

Nonostante la monotonia e il disagio, il viaggio era comunque eccitante, per lo meno da un certo punto in poi.

La tappa di Rimini rappresentava per me l’inizio della vacanza, nonostante mancassero ancora dalle 4 alle 5 ore di macchina, e il motivo era lì, appena fuori dal finestrino: il Mare Adriatico.

Io e mio fratello facevamo a gara a chi primo vedeva uno sprazzo blu brillare sotto il sole di Giugno.

Ogni estate c’erano certi elementi che venivano debitamente controllati per essere certi che nei mesi precedenti non fosse cambiato nulla: gli oleandri in fiore, le spiagge e gli ombrelloni appena visibili dall’autostrada come gocce colorate su distese di sabbia dorata, le barche a vela e là, in lontananza, punti neri all’orizzonte, le piattaforme petrolifere.

Molte di queste piattaforme sono ora in disuso e per quanto possano sembrare fuori posto nel nostro mare, sono ormai diventate parte integrante di un ecosistema ricco ed estremamente affascinante.

Se per me un tempo erano solo il segnale del mio avvicinamento alla meta delle mie vacanze, per i bambini del Ravennate sono state un’opportunità di imparare a conoscere la biodiversità della flora e della fauna del mare Adriatico.

La possibilità è stata data da Eniscuola che ha coinvolto 7 classi di IV elementare in un progetto chiamato “Vita in Piattaforma”, sviluppatosi durante l’anno 2015/2016.

In collaborazione con Fondazione Eni Enrico Mattei e Fondazione Onlus Cetacea, Eniscuola e 5 scuole di Ravenna, sono stati coinvolti 140 bambini nello studio dell’ecosistema che si crea spontaneamente attorno alle strutture artificiali delle piattaforme che forniscono riparo e possibilità di ripopolamento di specie marine.

Il progetto prevede anche una piattaforma multimediale, in cui è possibile scoprire i progetti e i lavori messi a punto dagli stessi ragazzi i quali hanno anche avuto la possibilità di partecipare ad attività all’aperto, sulle spiagge e lungo la costa.

Di nuovo mi ritrovo ad elogiare l’iniziativa di Eniscuola di coinvolgere le scuole italiane con progetti interessanti legati all’ambiente e alla scienza, utilizzando metodi interattivi e dinamici.

Lo so che l’ho già detto in passato, ma non mi stancherò mai di ripeterlo: proporre una didattica dinamica che preveda, accanto allo studio classico sui libri, progetti sul campo in cui gli studenti possono mettere in pratica ciò che imparano in classe, è per me un asso vincente nelle maniche degli insegnanti e spero che Eni abbia in serbo nuove proposte e progetti da proporre alla scuola Italiana.

in collaborazione con Eniscuola

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Andare a letto arrabbiati fa male alla salute

Andare a letto arrabbiati fa male alla salute: ad affermarlo con certezza è uno studio pubblicato sulla rivista ‘Nature Communications’ che cerca di spiegare i motivi per cui andare a dormire nervosi, in seguito a un litigio o una giornata particolarmente pesante, farebbe molto male.

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Secondo un articolo della BBC, “le opzioni binarie hanno permesso a tutti, anche alle persone senza esperienza, di guadagnare denaro come i milionari di Wall Street”. Ed è vero, tante di queste persone non hanno una laurea in economia e finanza, né alcuna esperienza precedente nel settore degli investimenti.

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