15 gennaio 2017

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Sciopero del lattante: non vuol poppare… che fare?

Può capitare nei primissimi mesi di vita o quando il bebè è più grandicello: all’improvviso il piccolo rifiuta di poppare al seno. Cosa fare in questi casi? Ecco gli stratagemmi per risolvere il cosiddetto “sciopero del lattante” (o “sciopero del poppante”).

Cos’è lo sciopero del lattante?

“Definiamo sciopero del lattante – o sciopero del poppante – quelle situazioni in cui il bambino rifiuta di attaccarsi e poppare al seno“, spiega Martina Carabetta, consulente professionale in Allattamento Materno (IBCLC), presso l’Ambulatorio Latte&Coccole di Roma, “e con questo suo rifiuto, segnala che c’è qualcosa che non va”. Da non confondersi con la normale “distrazione” che verso il quarto-quinto mese può portare il bimbo a fare poppate più brevi, semplicemente perché è attirato e incuriosito dalla realtà che lo circonda. “Lo sciopero del poppante si riconosce perché il bebè si comporta diversamente dal solito: piange molto ed è inquieto o, al contrario, è eccessivamente tranquillo, e i pannolini bagnati diminuiscono, segnale che non si sta alimentando a sufficienza”.

Cosa crea disagio al bimbo?

Per risolvere la situazione è necessario individuare la causa del problema e intervenire di conseguenza. In alcuni casi, le cause dello sciopero del lattante sono ‘fisiche’, legate a un malessere del bebè: ad esempio, il piccolo può avere mal di gola o mal d’orecchi, per cui mentre poppa il fastidio si intensifica. Altre volte, il problema è legato alla gestione dell’allattamento: se si allungano le pause tra le poppate per seguire orari prestabiliti, il seno può “sottostimare” il fabbisogno del bambino e quindi il piccolo non sarà soddisfatto del latte ricevuto. Ricordiamo, infatti, che la produzione si basa su un meccanismo di domanda e offerta: più il bimbo succhia e più latte viene prodotto. Se si pongono limiti alle poppate (per quanto riguarda durata e frequenza), si interferisce con questo meccanismo, mentre seguendo i ritmi e la richiesta del bambino si ha la garanzia che riceva il nutrimento adeguato. In qualche caso il problema può essere lo stress: se la mamma è molto tesa per qualche motivo, il riflesso di emissione del latte può essere inibito temporaneamente, da qui la protesta del bimbo. Attenzione anche ai cambiamenti di orari o consuetudini: i bambini sono abitudinari e le interferenze con la loro routine possono disturbarli. Se il bimbo è molto piccolo, poi, il problema potrebbero essere saponi, creme per il seno o profumi che l’hanno disorientato: basta sciacquare la pelle perché il bebè torni ad attaccarsi normalmente. Infine, a interferire con le poppate può essere una giornata caotica, con rumore, persone, agitazione intorno al bimbo.

AllattamentoLa poppata ideale

Trucchi anti-sciopero del lattante

Come gestire la situazione, quando un bimbo non vuole poppare? Ecco alcuni accorgimenti che possono rivelarsi utili, mentre si cerca di individuare e risolvere la causa del problema. “Prima di tutto, fai uno stop: hai bisogno di ‘risintonizzarti'”, suggerisce Martina Carabetta. “Lascia stare faccende e incombenze non indispensabili, e dedica alcuni giorni interamente al bambino e a te stessa. Fatti aiutare nella gestione dei lavori domestici e magari ripiega su cibi che non richiedano cottura. Riposa insieme al bambino, fai delle passeggiate o dedicati ad attività rilassanti che piacciano a entrambi. Quando il bimbo non vuole poppare, può essere d’aiuto provare ad allattare in movimento, tenendolo in braccio o nella fascia, e camminando. Il movimento in genere ha un effetto molto rilassante che predispone il piccolo per la poppata. Se protesta non insistere: meglio riprovare più tardi. Un altro suggerimento è quello di proporre il seno nel dormiveglia, quando il bimbo si sta addormentando o sta per svegliarsi”. Se nonostante tutti i tentativi, proprio non vuole attaccarsi e ti accorgi che i pannolini bagnati sono diminuiti, la pipì è di colore giallo e ha un odore intenso (segnali di un’idratazione inadeguata), spremi o tira il latte (con la spremitura manuale o usando il tiralatte) e offrilo al bebè con un cucchiaino o una tazzina a seconda della sua età e preferenza. Se la situazione non si risolve in tempi brevi, rivolgiti a una consulente in allattamento, per ricevere incoraggiamento e suggerimenti mirati.

di Giorgia Cozza



Fonte: http://www.ioeilmiobambino.it/neonato/sciopero-del-lattante_allattamento/

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A seguito delle numerose richieste abbiamo realizzato foto originali del prodotto e una descrizione completa dei contenuti dello stesso.

Ingredienti e componenti


crema dalla consistenza vischiosa di colore nero, con un leggero odore di spirito.

Contiene: acqua sterilizzata(1), cyclomethicone(2), caolino (3), spirito di polivinile (4), estratto di forbicina (5), glicolo propilenico (6), caprilmeticonio (7), carbone attivo (8), complesso bioantiossidante Neovitin® (9), PEG-40 olio di ricino idrogenato (10), fenocsietalone con ethylexyglycerina (11),sopolimero di acrilati e C10-30 di acrilati (12), tiamina (13), riboflavin (14), trietanolamina (15), composizione aggiuntiva profumata (16).

Studio dei componenti:

  • Acqua sterilizzata.

  • Cyclometicone. Silicone a bassa viscosità. Eliminta il grasso, ha una funzione emolliente, ovvero dona morbidezza. Ha un fattore di irritazione della pelle molto basso, efficace per ogni tipo di pelle. E' un componente assolutamente innocuo per uso come da istruzioni.

  • Caolino. Componente naturale. Migliora il processo di ricambio di ossigeno? nutre la pello con componenti utili, rende la pelle morbida e elastica. Elimina il grasso in eccesso e la sporcizia, rende i pori meno visibili. Stimola la rigenerazione delle cellule e la formazione del collagene. Leggero esfoliante. Ha anche funzione antibatterica. Il componente è totalmente innocuo e non ha effetti collaterali.

  • Spirito di polivinile. Ha la funzione di creare la pellicola. Attraverso l'asciugamento della maschera pulisce la pelle dai componenti morti. Proprietà cosmetiche (da 1 a 10): funzione di difesa 9, di pulizia 8. Efficace per ogni tipo di pelle. Non è stato trovato durante lo studio e durante i test nessun tipo di effetto collaterale o effetti dannosi per la pelle o l'organismo. Sono tuttavia possibili reazioni personali al prodotto come allergie ecc.

  • Estratto di forbicina. Ingrediente naturale. Offre un effetto antibatterico e ammorbidente, libera dalle irritazioni e dalle infiammazioni, aiuta ad ottenere una rapida cicatrizzazione. Prestare attenzione in caso si sia allergici a questo estratto.

  • Glicolo propilenico. Proprietà cosmetiche (da 1 a 10): idratazione della pelle 10. Efficace per qualsiasi tipo di pelle. Fattore di rischio 3 (basso). Diluente universale, si usa nella maggior parte dei prodotti di cosmetica. Non rimane nell'organismo, per questo lo usano anche nei prodotti alimentari. Non si sono verificati casi di problematiche per la pelle o per l'organismo. E' possibile un'intolleranza personale.

  • Caprilmeticonio. Si tratta di un componente molto comune di diversi prodotti di cosmetica in ambito soprattutto di cura della pelle, forma una pellicola protettiva. Favorisce la scomparsa di umidità in eccesso e grasso liquido sulla pelle. Non sono stati mai riscontrati effetti negativi su pelle o organismo.

  • Carbone attivo (polvere di carbone di bamboo). Componente naturale per una profonda pulizia della pelle. Penetra in profondità nei pori della pelle, pulendola da batteri, sporcizia e altri componenti dannosi e pericolosi. Combatte in maniera efficace i punti neri e le ghiandole sebacee. Efficace con qualsiasi tipo di pelle. Il componente è assolutamente privo di rischi.

  • Complesso bioantiossidante Neovitin®. Preparato ottenuto dalle cellule della biomassa del ginseng. Grazie ai componenti antiossidanti, protegge la pelle dall'invecchiamento precoce. Offre una funzione antinfiammatoria e rigenerativa. Controlla la formazione di radicali liberi. Senza controindicazioni, sicuro.

  • PEG-40 olio di ricino idrogenato. Uno degli additivi cosmetici più utilizzati. Contiene componenti che aiutano per la morbidezza e per la difesa. Totalmente sicuro, non comporta allergie, viene anche utilizzato in ambito culinario.

  • Fenocsietalone con ethylexyglycerina. Conservante. Il fenocsietalone ha buoni effetti antibatterici. Componente principale di tutti i mix approvati di conservanti. L' ethylexglycerina è un componente aggiuntivo naturale, che si ottiene da diversi tipi di raccolti di grano. Uno dei più potenti conservanti 'verdi'. Idrata la pelle. Fissa l'aroma del prodotto.

  • Sopolimero di acrilati e C10-30 di acrilati. Polimero idrosolubile. Ha la funzione di formare la pellicola. Aiuta contro l'invecchiamento precoce della pelle, ha funzioni positive per quanto riguarda l'equilibrio idrico della pelle, oltre ad aiutare la cicatrizzazione di piccole ferite e spaccature. Non sono stati riscontrati fino ad ora effetti negativi su pelle e organismo.

  • Tiamina. Vitamina idrosolubile del gruppo B. Ha una potente funzione idratante, elimina le irritazioni e le reazioni allergiche. Protegge la pelle dai problemi che potrebbero causare componenti che provocano allergia.

  • Riboflavin. Vitamina idrosolubile del gruppo B. Serve a rendere la pelle più forte, si utilizza in tutti i tipi di prodotti cosmetici. Può dare problemi nei soggetti allergici.

  • Trietanolamina. Stabilizzatore, viene spesso utilizzato in ambito cosmetico. Ha una funzione di pulizia, scioglie il grasso adiposo in eccesso e le altre imperfezioni simili.

  • Composizione aggiuntiva profumata. Si utilizza per fornire il profumo che si è deciso di dare al composto cosmetico.

 

Condizioni di conservamento e utilizzo


Conservare in un ambiente non soleggiato ad una temperatura tra i 15 e i 25 gradi centigradi. Chiudere ermeticamente il coperchio dopo l'utilizzo. Tenere lontano dalla portata dei bambini. La maschera asciutta si toglie dalla pelle senza problemi. Se ancora umida togliere semplicemente lavando con dell'acqua tiepida e sapone neutro.



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L’importante per me è esserci: Storia di Eleonora e della sua lotta contro il cancro al seno

photocredits: www.lettoaquattropiazze.it

photocredits: www.lettoaquattropiazze.it

E’ una donna bellissima, con all’attivo un blog, la passione per la pittura, un marito e due bambini perfetti. E ha un cancro al seno, diagnosticato nei primi mesi del 2016. Ma soprattutto è l’ideatrice dell’iniziativa #iohogiàvinto, una campagna di sensibilizzazione sull’importanza della ricerca in campo oncologico, con la quale sta raccogliendo fondi per sovvenzionare i progetti di AIRC.

E’ Eleonora Magon e io oggi voglio raccontarvi la straordinaria esperienza di averla conosciuta.

Eccoci qui, Eleonora. Io ho fatto tutti i compiti per oggi, ho studiato sul tuo blog chi sei e cosa stai facendo, ma vorrei che ti presentassi dicendomi tu stessa: Chi è Eleonora? Chi pensi di essere e chi ti piacerebbe diventare?

Che domanda difficile! In questo momento è tutta una confusione. Sto vivendo questa situazione in modo surreale, a volte mi sembra che non esista. Non so veramente chi sono in questo momento. Prima ero una mamma come tante, che cercava di riaffacciarsi al mondo del lavoro perché come spesso succede le gravidanze non aiutano. Poi ho avuto la diagnosi. Nel mentre dipingo perché ho studiato arte e mi piace, ma sono ancora una mamma come tante. Ho due bambini molto desiderati, la prima avuta dopo una fecondazione assistita. E’ stato un percorso lungo, difficile e faticoso, mentre il secondo è arrivato proprio come un miracolo.

Qual è esattamente la tua diagnosi?

Non userò la terminologia medica, soprattutto perché ho fondamentalmente cercato di rimuovere molte parole, forse anche per una sorta di autodifesa. In pratica, dopo un controllo a causa di un dotto ostruito che non si scioglieva, sono emersi dei noduli che ad esami più approfonditi si sono rivelati essere 5 piccoli tumori di natura maligna, abbastanza aggressivi. La parte peggiore è stata che non sapevo da quanto fossero lì. Alla palpazione non si sentiva nulla e tra gravidanza ed allattamento erano almeno 9 mesi che non eseguivo controlli, non facevo che chiedermi “cosa ne sarà di me”. Ho eseguito alcuni esami diagnostici per verificare che non si fosse diffuso, dopodiché mi sono sottoposta all’intervento di mastectomia. Mi hanno asportato il seno ad aprile, un paio di mesi dopo la prima diagnosi. Il seno è stato completamente asportato, ho subìto l’asportazione del capezzolo e lo scavo ascellare e se devo essere sincera io preferisco così,  perché l’asportazione totale riduce comunque il rischio di recidive future.

Che tipo di terapia stai affrontando?

Al momento sto concludendo la seconda fase della chemioterapia, sono assolutamente a favore della medicina tradizionale e ho deciso di sottopormi alle cure scientificamente verificate ed accettate nel nostro paese perché ritengo che sia necessario curarsi con le terapie mediche previste, non mi è mai balenato di non sottopormi ad esse. I primi cicli sono stati molto duri, in gergo viene definita “la rossa”, la chemio più forte di tutte, si esegue ogni 21 giorni, è impegnativa e molto pesante per il corpo. Passata quella ci si sottopone poi ad un altro ciclo meno aggressivo, quello che sto facendo io è il Taxolo, una volta alla settimana. In tutto è durata 6 mesi. Lo hanno chiamato “il ciclo corto”, ti pare possibile? Io sono rimasta un po’ scioccata!

L’essere mamma di due bimbi ha influenzato in qualche modo il tuo modo di reagire alla malattia?

eleonora-magon

photocredits: Eleonora Magon, www.lettoaquattropiazze.it

Lo ha influenzato in modo positivo , se non avessi avuto loro, invece di sorridere sempre e cantare, saltare e ballare io sarei stata perennemente arrabbiata. Avrei trascorso le mie giornate a letto a piangere. E’ stato positivo invece averli, perché mi ha costretto ad essere la mamma che c’è anche quando la mia testa è altrove. Mi ha fatto un gran bene avere due bambini da seguire, mi permette di fare finta di niente e andare avanti. Ho molti momenti di sconforto ma di solito me li prendo quando loro non ci sono, se sono a scuola o fuori, perché anche solo il fatto di doverci essere sempre per loro è faticoso, molto, e quindi te li devi prendere i momenti in cui devi tirare fuori la frustrazione o la stanchezza o anche solo lo stress di quando proprio non ce la fai più. Cerco di non farglielo pesare perché non è colpa loro, hanno già subìto tanto e tutto quello che posso risparmiare loro me lo prendo su di me.

Pensi che il tuo modo di essere mamma sia cambiato dopo la diagnosi?

Nei confronti dei bambini probabilmente no, perché ero già abbastanza morbosa, iper presente, probabilmente quello che è cambiato è il costringermi a guardarmi con i loro occhi, a pensarmi con la loro testa: a volte mi fermo e mi chiedo che mamma stiano vedendo in quel preciso momento, e magari mi accorgo che forse avrebbero bisogno di una madre diversa, cerco di raddrizzare il tiro ed è una cosa che io prima non facevo mai. Io coi loro occhi non mi ero mai guardata.

Per chi è il tuo grazie più riconoscente ora come ora?

Per mio marito e mia madre. Senza dubbio. Perché si sono fatti in mille parti per far sì che questa situazione avesse il minor impatto per tutti. Ora stanno crollando loro ed io sono un po’ preoccupata per questo perché sono i miei pilastri, se crollano loro io vado in tilt…ma è giusto così, hanno bisogno anche loro di lasciarsi andare, perché non lo hanno fatto mai..perché dalla sera che ho varcato la soglia e ho detto “è maligno” loro ci sono stati sempre, per me, per i bambini, senza mai dare alcun segno di cedimento, e senza di loro io non ce l’avrei mai fatta. Non avrei avuto la forza di andare avanti.

Come sai, di recente si sono verificati ben due casi nei quali due donne giovani hanno rifiutato di sottoporsi alle cure mediche riconosciute per seguire alcune teorie alternative. Purtroppo entrambe non ce l’hanno fatta. Tu che cosa diresti ad una donna che si presenta a te nella tua stessa situazione post diagnosi? Quale sarebbe il tuo consiglio?

Io non lo so se sono veramente in grado di giudicare le scelte altrui però spesso mi chiedo: se io non avessi avuto un legame così forte con mio marito e i miei figli, avrei davvero avuto voglia di farmi massacrare da queste terapie? Però, poi, sono molte di più le volte in cui mi sono chiesta con paura : “Chissà quanto tempo ho ancora da stare coi miei figli e con mio marito?”. Loro ci sono e i bambini non possono stare senza mamma, io non posso stare senza di loro, mio marito non deve crescerli da solo. Io voglio crescerli insieme a lui perché era questo il piano, non importa se si laureeranno, non importa se si sposeranno, ma io li devo vedere diventare grandi. E credo che da questo punto di vista, la medicina tradizionale sia l’unica via da seguire, l’unica che può dare delle garanzie. Dunque, il mio consiglio dal punto di vista delle cure non può che essere quello di scegliere le terapie riconosciute e di affidarsi a istituti o a singoli medici specializzati e coscienziosi, che si occupino della parte medica ma che prestino attenzione anche alla qualità della vita che puoi avere davanti.

Che cosa è veramente importante per una donna che ha la tua storia? A parte i legami familiari, ovviamente?

È importante amarsi sempre tanto, a prescindere. E’ una cosa per la quale mi batterò sempre, vedersi belle nonostante ti abbiano portato via una parte fondamentale e iper femminile, che è quella che fisicamente ti fa sentire donna. E quando te la portano via è dura, anche se come me sei una persona che non si è mai sentita troppo influenzata dall’estetica perché ho sempre avuto un carattere forte. Io ho detto chi se ne frega, togliete tutto, l’importante per me è esserci. Ma poi quando te lo tolgono ce ne vuole tanta di forza per digerirlo. Noi trascorriamo tutta la vita ad impegnarci per accettare gli altri come coloro che sono diversi da noi e a un certo punto succede che diventi tu quella diversa dalla te stessa che sei sempre stata.  E’difficile guardarti allo specchio, identificarti di nuovo come la persona che eri abituata a conoscere. Io ho un seno completamente finto perché ho fatto l’asportazione totale, non ho il capezzolo e mi hanno fatto lo scavo ascellare. Ho le protesi estetiche, per riuscire psicologicamente ad accettare una normalità quantomeno esteriore però quella parte è difficile, anche se la parte positiva è che finalmente stanno su da sole…

[N.d.R. Ride, Eleonora. Ha una risata così pulita e forte che ti disarma. Con lei, sei tu quella che perde ogni certezza]

… no seriamente, ci dovrai convivere per tutta la vita, se non ti ami profondamente, indipendentemente da come appari può essere molto difficile andare avanti. E poi c’è quel tasto dolente per molte: i capelli. Anche lì, non sono mai stata una patita quindi non ho mai avuto problemi ad andare senza, ma per chi ha un legame diverso e magari si fa la piega tutte le sere…è dura, si ci sono le parrucche ma poi quando arriva sera te la devi togliere…sei tu che devi imparare ad amarti, perché sei ancora tu, sei diversa da prima, ma sei tu e sei bella lo stesso, nonostante tutto. Per esempio con i bambini ho deciso di farmi vedere subito senza capelli, non ho mai indossato la parrucca perché li avrebbe destabilizzati, e sono sempre andata in giro così. Semplicemente ho deciso che non sarebbe stato un problema. Ed è vero: tu trasmetti quello che sei e quello che pensi, perché a me non è mai capitato di sentirmi osservata o giudicata o anche solo compatita.

C’è qualcosa che vorresti dire ai tuoi figli se un giorno leggessero questa intervista?

Al piccolino vorrei dire che mi dispiace avergli tolto la mamma in un momento in cui ne aveva ancora tanto bisogno. Perché stavo allattando e all’improvviso da un giorno all’altro ho dovuto smettere. Per 3 o 4 mesi non ho potuto più prenderlo in braccio, cambiarlo, ero lì ma non c’ero, e mi dispiace. A Sara, che invece ha vissuto tutto con un’altra coscienza perché le ho spiegato tutto, ha vissuto l’intervento, sa che mamma non ha più un seno, sa che sarei stata senza capelli ma che ricresceranno, che ho fatto le “punture lunghe” che fanno star male, vorrei dire che è stata proprio brava perché ha capito la situazione e ne è uscita alla grande, per quello che può capire una bambina di 4 anni.

Raccontaci il tuo progetto

Ho creato magliette, canottiere e felpe con lo slogan #iohogiàvinto: a tutta vita!, la cui vendita genererà fondi che intendo destinare alla ricerca AIRC. Le maglie sono in vendita su teezily. Tutto è nato come una sorta di mantra, la maglietta l’avevo creata per me come una sorta di supereroe, la indossavo per andare a fare la chemio perché mi sentivo protetta, perché sono una donna, una mamma: sono forte e ce la posso fare. Perché sembra che noi donne siamo deboli, ma non è così, siamo capaci di grandi cose: A tutta vita! Poi quando mi è arrivata l’ho guardata e mi sono detta che potevo provare ad unire questa cosa con una donazione più sostanziosa di quella che potrei fare da sola, solo con le mie forze.

E come evolverà quando tutta questa storia sarà soltanto un ricordo da raccontare?

eleonora-magonCredo che al mio progetto ne seguiranno altri, perché alla prevenzione e alla ricerca non smetterò mai di dire grazie. Se fossimo stati anche solo vent’anni indietro con la ricerca io non sarei qua. Anche perché la ricerca permette di andare avanti, migliorare le terapie, che fanno meglio e si sopportano anche di più. La ricerca è vita, di progetti ce ne saranno altri.

Che sostanziosità avrà la tua donazione rispetto al prezzo di acquisto?

Questo in realtà lo potrò scoprire solo alla fine, perché più riesco a venderne più si abbassano i costi di produzione delle maglie e quindi riuscirei a donare molto di più di quello che posso donare adesso, che ammonta circa a 3 o 4 euro a maglietta. Il mio obiettivo primario è poter donare almeno 500 euro, mi sembra una bella cifra come punto di partenza.

Sai, qualcuno avrebbe detto che 500 euro possono essere un bel punto di arrivo. Tu invece parli di partire da lì.. è molto bello sapere che la tua prospettiva è in divenire.

Lo è, io adesso ci sono dentro fino al collo ma comunque non ne uscirò mai del tutto. Potrà andare bene, magari per tanto tempo, ma uscirne per dire che sarò tranquilla…beh non lo sarò mai più perché non ne uscirò mai veramente. E quindi per me ora è tutto un “adesso”. Adesso io inizio, Adesso parto..e poi continuo. Qualsiasi cosa la vita mi metta davanti, con tutto quello che succederà.

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Il giorno in cui ho deciso di intervistare Eleonora Magon avevo in mente un progetto preciso.

Volevo scrivere un articolo che partisse dalle recenti morti di chi, avendo a che fare con una diagnosi di cancro o leucemia, ha preferito seguire improbabili teorie e inverosimili santoni piuttosto che affidarsi alla medicina tradizionale. La trovavo, allora come oggi, una cosa del tutto folle e volevo che Eleonora si unisse a me nel gridare forte che le cure sono vita. Che la ricerca è vita. Volevo che si facesse portavoce di un messaggio che – per quanto ovvio – sembra non essere ancora completamente chiaro a tutti.

Insomma, volevo fare un po’ la morale. La maestrina dalla penna rossa che mette i puntini sull’ovvio.

Per fortuna ho incontrato Eleonora, che in meno di un’ora ha saputo allontanarmi dalla lezione che volevo impartire agli altri, dandone a me una molto più grande. Una lezione che parla di dignità nel dolore e nella malattia, di forza di volontà, di essere madri con gli occhi dei nostri bambini. E’ una lezione di incredibile coraggio e altruismo.

Sui saluti io l’ho ringraziata per avermi dato l’opportunità di raccontare la sua storia. Lei mi ha risposto che era lei che doveva ringraziare me, perché il mio pezzo forse avrebbe migliorato la vita di altre persone:

<< veramente, anche al di là della mia iniziativa benefica, anche solo per il fatto che grazie alla tua intervista si parlerà del cancro. Ancora oggi sono tante le persone che quando scoprono di essere malate non vogliono dirlo. Vogliono fare finta che non sia mai successo, ma perché? Non hai mica fatto niente di male, perché non devi dirlo? Ecco, io credo che anche solo il fatto che se ne parli potrebbe cambiare le cose, il modo di comportarsi in queste situazioni. Anche per chi ti sta vicino e non sa cosa fare, come comportarsi. Quando qualcuno ti dice di essere malato tu non sai mai cosa dire, è un imbarazzo diffuso. Bisognerebbe aiutare le persone ad affrontare quei momenti, aiutarle a capire come stare vicino ai loro cari malati. Alla fine, è più facile quando il cancro ce l’hai: reagire, comportarti, parlare. Lo comunichi a parenti ed amici e il momento è sempre lo stesso: respiro – non sanno cosa dire – e poi dicono “mi dispiace tanto”. E tu dici : eh lo so dai..va beh, succede! E’ un po’ come col raffreddore, no? Nessuno ti dice mi dispiace per il raffreddore.  

“Mi dispiace” è un po’ troppo… no? Non è il caso >>.

Chissà se Eleonora saprà mai quanto lei, in meno di un’ora, abbia migliorato la mia.

www.instagram.com/lettoaquattropiazze/

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Fonte: http://www.italiachemamme.it/limportante-esserci-storia-eleonora-della-sua-lotta-cancro-al-seno/

Liberarsi del problema dell'ACNE per sempre #hYuRt






Nella nostra cosmetica si utilizzano solo componenti naturali di classe premium.

La nostra azienda usa metodi moderni e innovativi per realizzare linee di successo nell'ambito della cura della pelle del viso.

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Le tisane da evitare nei nove mesi d’attesa

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La gravidanza è un periodo molto particolare e non sempre è facile prevedere l’esatta reazione del fisico all’assunzione dei diversi principi attivi. Senza contare che alcuni di essi possono attraversare la placenta e agire anche sul feto. Per questo, nonostante la loro azione blanda e leggera, è necessaria comunque un po’ di cautela nell’assunzione delle tisane: anzi, la regola vorrebbe che durante il primo trimestre (particolarmente delicato perché è il periodo dell’organogenesi, quello in cui si formano gli organi fetali) si evitasse qualsiasi erba medicinale, allo stesso modo in cui vanno evitati i farmaci che presentano controindicazioni e, comunque, non sono prescritti dal medico per esigenze terapeutiche specifche. Nei mesi successivi può essere senz’altro utile ricorrere alle tisane, ma senza abusarne e sempre su consiglio del medico. In particolare, la scienza ha dimostrato che alcune erbe, più di altre, possono creare problemi durante l’attesa.

FitoterapiaUn erba per ogni malanno

Le tisane da evitare

Ecco le principali, che vanno dunque sempre evitate: Artemisia, Artiglio del diavolo, Borsa di pastore, Celidonia, Consolida, Crespino, Croco autunnale, Ginepro e olio di ginepro, Ginestra, Olio di basilico, Olio di chiodo di garofano, Pulsatilla, Radice di cotone, Ruta, Sassofrasso, Scilla, Senecione, Tanaceto e Vischio.

Le regole per scegliere le tisane in gravidanza

Inoltre, anche quando si scelgono le piante più sicure è sempre bene rispettare tre regole fondamentali:

■ Non sperimentare di propria iniziativa miscugli e ricette nuove;

■ Attenersi alle dosi prescritte e non eccedere con il consumo;

■ Evitare l’assunzione contemporanea di tisane e medicinali tradizionali, che potrebbero originare interazioni indesiderate.

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Fonte: http://www.dolceattesa.com/gravidanza/tisane-ecco-quelle-vietate-nei-9-mesi_alimentazione_prevenzione/

Perché è pericolosa la pelle con problemi? #HyHOa






Si chiama pelle problematica, la pelle che presenta difetti visibili, macchie pigmentate, rughe, cicatrici, macchie vascolari,acne ecc.

Schiacciando i brufoli, la pelle che si riforma viene a contatto con la pelle circostante insieme a batteri e leicociti.

Questo comporta un'espansione dell'infezione. Questo può portare all'aumento del pus in profondità, come anche all'aumento generalizzato.

- 91 utilizzatori su 100 sentono i benefici già dopo la prima applicazione

- Nell' 84% dei casi la pelle assume un aspetto salutare dopo 14 giorni di applicazioni quotidiane della maschera

- Il 93% degli utilizzatori di si è liberato dei brufoli e di punti neri con un ciclo completo di 1 mese



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Come preparare l’insalata russa

Come preparare l’insalata russa? E’ questo un piatto molto gustoso che può essere servito in tavola come antipasto oppure come gustoso contorno. Pochi ingredienti saranno sufficienti per prepararla e semplice è anche la ricetta. Insomma se non avete grande dimestichezza in cucina, non scoraggiatevi: l’insalata russa può essere preparata anche se non siete cuoche perfette.

insalata russa

(...)
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Vene Varicose : rimedi naturali #eqkUM






Oggi voglio farti scoprire per le vene varicose rimedi naturali che hanno funzionato alla grande, niente cavolate, solo i migliori! La Varicosi (o più comunemente Vene Varicose) è una patologia molto diffusa. Si tratta di una permanente dilatazione patologica di una vena correlata ad una alterazione delle pareti venose e ci può essere una dilatazione localizzata oppure diffusa delle varici. Fortunatamente si può curare con diversi rimedi, naturali, chirurgicamente o con la Nuova Crema per Vene Varicose.

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Le tecniche di Respirazione e Rilassamento Pre Parto

Le tecniche di respirazione e rilassamento

Il rilassamento e la respirazione in travaglio sono essenziali l’uno per l’altro e vanno di pari passo perche mentre respirate vi rilassate, mentre vi rilassate calmate e regolarizzate il respiro.

I principali esercizi di rilassamento proposti negli ultimi 60 anni per la donna in travaglio, sono semplici e di facile applicazione. Alcuni richiedono la partecipazione del partner, altri possono essere applicati anche da sole, alcuni implicano prima una contrazione e poi il rilasciamento, altri si basano sul completo abbandono del corpo, ma tutti dovrebbero essere accompagnati dalla respirazione: regolare, ritmica, lenta e profonda…quella che vi suggerisce il vostro corpo: ascoltatelo, lui sa tutte le cose e conosce quello che è meglio fare.

Il rilassamento progressivo è il metodo ideato dal dottor Edmund Jacobson, illustrato in “How to Relax and Have Your Baby”, del 1959.
Si basa sull’alternanza tra la contrazione e il rilasciamento di alcuni gruppi di muscoli di tutto il corpo, così che possiate capire la differenza tra muscoli contratti e muscoli rilasciati e, quindi, riusciate a capire il modo in cui raggiungere il completo rilassamento in travaglio e il momento in cui lo raggiungete. Dimostra anche come, rilassando un muscolo o un gruppo di muscoli, il rilassamento si estenda anche alle altre parti del corpo e come, al contrario, contraendo un muscolo o un gruppo di muscoli, anche le altre parti del corpo tendano a contrarsi. Sottolinea, quindi, l’importanza di educare al raggiungimento di una percezione a 360° del proprio corpo e delle proprie sensazioni, per poter intervenire su di esso e correggere alcune situazioni ottenendo un risultato globale su tutto il corpo.

Il rilassamento fisiologico è l’esercizio ideato dalla fisioterapista inglese Laura Mitchell e illustrato in “Simple Relaxation”, del 1989.
Il principio di base è quello che i muscoli lavorano in gruppi: quando un gruppo lavora, quello opposto è rilasciato. Per rilassare, quindi, un gruppo di muscoli percepiti in tensione, occorre far lavorare il gruppo opposto con lo stretching, per poi interrompersi, rilasciarlo e registrare la sensazione. In travaglio sarete così in grado di riconoscere le zone del vostro corpo in tensione e di rilassarle.

psicologo-tecniche-rilassamentoIl rilassamento passivo è l’esercizio più classico, in cui non si compie alcun lavoro muscolare di contrazione o rilassamento, ma si viene invitate ad abbandonarsi alla voce di chi conduce l’esercizio, passivamente. Questi deve parlare molto lentamente, con voce calma e tono basso, suggerendovi alcune istruzioni: trovare una posizione comoda, fare in modo di non avere troppo caldo o freddo, di non dovervi recare al bagno in mezzo all’esercizio, di non avere fame o sete…poi vi chiede di concentrarvi sulla respirazione, di rallentarne il ritmo, di regolarizzarla… poi di passare mentalmente in rassegna, sempre molto lentamente, le varie parti del corpo, dalla testa ai piedi, concentrandovi sulle sensazioni che queste zone vi inviano, se di rilassamento o contrattura, eventualmente rilassando le zone tese…Ricordando di tanto in tanto di mantenere la respirazione, conclude poi l’esercizio facendo prendere un respiro profondo, stiracchiandosi e cercando di percepire l’energia e il senso di benessere creatosi con il completo rilassamento.

Il rilassamento col tocco è il metodo che Sheila Kitzinger illustra in “The Complete Book of Pregnancy and Childbirth”, del 1989, e prevede la partecipazione del partner.
Viene suggerito di contrarre differenti gruppi di muscoli, soprattutto quelli che voi percepite più in tensione o che di solito tendete a contrarre, facendo caso alle sensazioni che il corpo vi invia. Il partner deve toccare con una o con entrambe le mani queste zone che voi avete messo in tensione. Percependo il tocco, dovrete rilassare quei muscoli come per scorrere verso il tocco, come per abbandonarvi al tocco. Si tratta di una sorta di “allenamento” a quanto accadrà durante il travaglio: la Kitzinger, infatti, suggerisce di immaginare la contrazione come una sensazione molto potente di tocco all’interno del corpo, quindi di imparare ad andare incontro ad essa e abbandonarvi con rilasciamento. Al posto del tocco, più superficiale e leggero, può essere eseguito un massaggio o una pressione più ferma, a seconda di ciò che voi percepite come più efficace e piacevole.

Il rilassamento sbadigliando e stiracchiandosi viene descritto da Margaret Gamper in “Preparation for the Heir Minded”, del 1973.
La Gamper ha ideato questo esercizio perché pensava che gli altri metodi proposti fossero troppo complessi e che necessitassero di troppa pratica per essere eseguiti in maniera efficace e corretta. L’esercizio che propone, invece, è molto semplice e immediato, quasi istintivo, e si può eseguire ogni volta che lo si desidera e in qualunque luogo: venite invitate a sbadigliare e stiracchiarvi, così da espandere i polmoni e riempirli al massimo, stimolando la circolazione e ossigenando tutto l’organismo, energizzando e attivando la muscolatura.

Il rilassamento secondo Stanislavsky è un altro metodo ideato da Sheila Kitzinger e illustrato in “The Experience of Childbirth”, del 1984. In questo esercizio verrete invitate a immaginare di eseguire diverse attività che coinvolgano i vari muscoli a esse deputati, come cercare di infilarvi un paio di jeans molto stretti appena lavati, tenere contratti i muscoli addominali e trattenere il respiro per allacciarli… poi si fa notare come, anche solo immaginando la scena, voi tendiate a contrarre i muscoli, rilassandovi naturalmente alla fine dell’azione.

Il rilassamento attivo viene usato in quei corsi di preparazione al parto che seguono il “metodo-Lamaze”, per testare la vostra capacità di rilassare il resto del corpo mentre un muscolo specifico o un gruppo di muscoli sono contratti. Serve come simulazione del travaglio: imparerete a concentrarvi per rimanere rilassate mentre il vostro utero si contrae. Il partner partecipa attivamente all’esercizio, poiché deve osservarvi o toccarvi per trovare o percepire le zone contratte, tese, cercando di rilassarle. Nel frattempo, vi parlerà, incoraggiandovi a lasciare andare le tensioni e rilassarvi.

 



Fonte: http://www.dreambaby.it/le-tecniche-di-respirazione-e-rilassamento-pre-parto/

TRATTAMENTO GEL PER VENE VARICOSE, EMATOMI E CONTUSIONI MUSCOLARI #NK72y






L’inattività fisica, una dieta ricca di grassi e sale, un’eccessiva esposizione al sole ma anche una postura scorretta possono essere cause quotidiane di dolore e pesantezza su gambe e piedi. Col tempo queste condizioni legate alla cattiva circolazione determinano la rottura dei capillari e la formazione delle vene varicose che hanno una frequenza maggiore tra le donne, ma in realtà sono sempre più presenti anche tra gli uomini Varikostan combina i principi attivi delle piante in una formula ideale ed efficace per il benessere e la salute di gambe e piedi: un gel ricco di componenti naturali, in grado di donare un effetto rinfrescante e defaticante immediato e piacevole alle zone che presentano vene varicose periferiche, contusioni muscolari ed ematomi. L’efficace trattamento con Varikostan: Migliora la circolazione sanguigna di gambe e piedi Rafforza e tonifica i capillari fragili e le vene Allevia ematomi, contusioni e distorsioni Favorisce il rinnovamento cellulare della pelle, proteggendola e riparandola Dona un piacevole effetto rinfrescante e lenitivo I principi attivi vegetali contenuti nella formula hanno proprietà antinfiammatorie e rigenerativi, con effetti calmanti, di drenaggio ed aiuto per la circolazione del sangue: Estratto di Ippocastano Biologico – drenante, vasocostrittore, stimola la circolazione

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Autismo correlato a biossido di azoto e polveri sottili

L’incidenza di alcune malattie infantili, tra cui le malattie respiratorie, ha segnato un trend in costante crescita negli ultimi anni.

Anche l’autismo, secondo i dati, è in costante aumento: il Centre for Disease Control (CDC), l’organismo di controllo del governo statunitense che si occupa di monitorare le malattie diffuse negli Stati Uniti, ha segnalato un incremento del 30% dei casi dal 2012 al 2014, con un aumento ancora più significativo tornando indietro di qualche anno: nel 2002 la cifra era di un bambino ogni 150 e nel 1991 era uno ogni 500.

Cos’è l’autismo

AUTISMO – L’autismo è un disturbo generalizzato dello sviluppo neurologico caratterizzato da tre elementi fondamentali: un grave disturbo dell’interazione sociale, un disturbo della comunicazione e una serie di disturbi del comportamento e del movimento che portano a gravi comportamenti di chiusura, di isolamento e di esclusione dal contesto sociale e di relazione (DSM IV – ICD-10).

La correlazione tra smog e autismo

Gli ultimi studi hanno trovato anomalie in diverse strutture cerebrali dei soggetti autistici, questo potrebbe suggerire che l’autismo derivi da una interruzione nello sviluppo cerebrale durante la vita intrauterina.

Non si riconosce ancora una singola causa per l’autismo, sono infatti implicati diversi geni e fattori ambientali, per esempio virus o sostanze chimiche, che possono contribuire a determinare il disturbo autistico.

Secondo uno studio condotto presso l’ University of Southern California e pubblicato sulla rivista Archives of General Psychiatry, respirare il biossido di azoto e le polveri sottili durante il periodo della gravidanza, e nel primo anno di vita del piccolo, aumenta il rischio di autismo nel bambino.

SMOG E AUTISMO – Sotto accusa i già famosi PM10 e PM2,5 (biossido di azoto e polveri sottili) che fanno aumentare del triplo le possibilità, per i bambini residenti in centri inquinati, di ammalarsi di autismo, rispetto ai bambini che vivono in luoghi meno soggetti allo smog. Lo studio ha analizzato un campione di 279 bambini autistici, messo a confronto con un altro gruppo di 245 bambini sani.  Recenti ricerche dell’Università della California hanno iniziato ad individuare dei collegamenti tra autismo, pesticidi ed interferenti endocrini, tra cui il bisfenolo-A.

Lo smog altera il DNA dei bambini

Libri consigliati
Autismo e Autismi
Nuove prospettive su fondamenti teorici e buone prassi operative
Autismo e autonomie personali
Guida per educatori, insegnanti e genitori
L'Autismo da Dentro
Una guida pratica
Autismo come e cosa fare con bambini e ragazzi a scuola
1 Guida operativa e 2 Workbook. Con aggiornamento online

 



Fonte: http://blog.bimbonaturale.org/autismo-correlato-a-biossido-di-azoto-e-polveri-sottili/

Varikostan: Sostanza Rimedio e Trattamento Per Vene Varicose? #OE1fi






Varikostan: Rimedio e Trattamento Per Vene Varicose? – Ci siamo già occupati dell’argomento vene varicose nell’articolo Varicastan: Crema Per Vene Varicose (Prezzo e Opinioni), oggi parliamo dell’evoluzione di questo prodotto, il nuovo Varikostan Crema per vene varicose, un prodotto migliorato ed ancora più efficace. Sul sito ufficiale, www.varikostanitalia.it, viene messo subito in evidenza, oltre la possibilità di comprare questa crema per vene varicose con uno sconto del 24%, quelle che sono le principali proprietà ed i benefici che si ottengono con un utilizzo frequente e regolare di questa crema, ovvero: Un effetto curativo per le ulcere varicose Un ripristino naturale del flusso sanguigno Un rafforzamento delle pareti venose Una riduzione concreta del dolore alle gambe Una riduzione del rischio di formazione di trombi Un miglioramento della funzione delle valvole venose Una riduzione del lieve gonfiore dei tessuti

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…e se lo vizio?

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Sempre la solita domanda:  portando il bambino in fascia si vizia?  tenendolo sempre a contatto si trasforma in un mammone-cozza?

In tanti rispondono…ma vi lasciamo con questa riflessione, ideale nel periodo caldo.

“Immaginate di avere sete. Qualche volta vi viene dato un bicchiere d’acqua, qualche volta no. La vostra sete non è soddisfatta. L’unica cosa che sapete è che è sempre qualcun altro che decide se darvi o no un bicchiere d’acqua. Diventate sempre più nervosi e frustrati. Cominciate quindi a chiedere dell’acqua continuamente, anche quando non avete sete, perchè non siete sicuri che, quando avrete sete, vi sarà data dell’acqua.Diventate insicuri quando non avete acqua a disposizione e così preoccupati di non aver abbastanza acqua da divenire incapaci di pensare ad altro. Diventate dipendenti dalla fonte, che non abbandonate per poterne chiedere in continuazione.

Adesso immagina lo scenario opposto. Sei assetato e ti viene subito dato da bere in modo da placare la tua sete. Sei soddisfatto e puoi continuare a fare ciò che stavi facendo senza preoccupazioni. Ti rassicura sapere che l’acqua è sempre disponibile e che puoi prenderla ogni volta che vuoi. Con questa sicurezza alle volte addirittura te ne dimentichi. Senza pensieri, puoi dedicarti anima e corpo ad altre attività. Puoi esplorare, crescere…addirittura allontanarti dalla fonte.

Ora trasporta questo questo scenario sul tuo piccolo e sul suo bisogno di contatto fisico. E’ evidente che rispondere immediatamente al bisogno del vostro bimbo non lo renderà dipendente…

 

da Istruzioni per l’Uso – BBSlen Babylonia.

L'articolo …e se lo vizio? sembra essere il primo su Mammarsupio.



Fonte: http://www.mammarsupio.it/2015/08/07/e-se-lo-vizio-2/

Varicastan, la nuova crema contro le vene varicose #jWqZj






Le vene varicose sono un vero problema che può avere diversi fattori d'origine. Possono essere eriditate dai genitori, essere causate da uno stile di vita sedentario, ma anche l'indossare abiti troppo attillati o i carichi troppo pesanti in palestra. C'è un nuovo prodotto sul mercato per contestare le vene varicose: Varicastan! Come funziona Varicastan? Il produttore assicura che grazie ai suoi ingredienti unici Varicastan: aiuta ad eliminare i segni delle infiammazione locali; ridurre il gonfiore ed il dolore; ottimizzare il funzionamento dei vasi sanguigni; aiuta a ridurre il rischio di formazione di trombi; Rafforza le pareti venose.

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Charles Perrault: creatore di favole indimenticabili. Da Cappuccetto Rosso a Barbablù, senza dimenticare La bella addormentata, Pollicino, Cenerentola e Il gatto con gli stivali.

Le fiabe sono ovunque, sia geograficamente che temporalmente. Non sarebbe una forzatura dire che le fiabe esistono quasi dalla notte dei tempi. Di recente, sono stati canonizzati nella nostra cultura popolare attraverso la tv e l’animazione come ad esempio la Disney. Quasi tutti i bambini sono introdotti a queste storie in una forma o nell’altra e ogni racconto trasporta un tema e una trama che sono riconosciuti e ricordati, quasi universalmente, da questi bambini per tutto il resto della loro vita. Con così tanti rifacimenti e adattamenti di questi racconti, è difficile e probabilmente impossibile rintracciare le loro origini. Alcuni temi, come ad esempio quello di non parlare con gli sconosciuti che è presente in “Cappuccetto Rosso”, esistono da secoli e, quasi misticamente, non hanno la nascita. Tuttavia, le versioni scritte di queste fiabe hanno una nascita tracciabile.

Si tratta di Charles Perrault, che ha pubblicato una raccolta “I racconti di Mamma Ocanel 1697. In un certo senso, ha canonizzato le storie e gli intrecci che ci sono così familiari oggi. Perrault ha messo su carta, storie che esistevano prima di lui, con grande importanza e ricchezza, il suo contributo è stato fondamentale per essere facilmente tramandate. Anche se Perrault ha trascritto una sola delle versioni ascoltate e tramandate fino a quel momento, con un suo personale profilo e carattere, mettendo la parola fine alle centinaia di versioni raccontate.

Mi rattrista che un sacco di gente non sa chi sia Charles Perrault. Se non sapete chi sto parlando, allora è l’articolo che fa per voi. A dir la verità fino a pochi anni fa, anche noi non né avevamo la minima idea. Ma la nascita dei propri figli fa crescere il tuo bagaglio culturale. Ha lavorato per il Re Sole, Luigi XIV, ha fatto arrabbiare un sacco di gente con le sue opinioni su antichità e modernità e ha scritto e trascritto molte fiabe celebri come “Cappuccetto Rosso“,Cenerentola“,
La bella addormentata nel bosco“,
 “Il gatto con gli stivali“,ecc. Come per i fratelli Grimm, tutti conosciamo queste fiabe. Qui vogliamo parlare del talento di Perrault per la narrazione, in particolare le tecniche che usava per scrivere storie riccamente strutturate, l’uso particolare di Perrault per i titoli, le sue scelte di parola, e il suo uso d’indumenti come trampolino di lancio per il progresso delle sue trame.

Titoli

Perché i personaggi principali di Perrault non hanno nomi propri? Se non hanno nomi propri, come fanno a vivere la storia con i loro nomi insoliti? Per molti dei suoi personaggi, Perrault utilizza gli attributi o abbigliamento per assegnare il nome.Lo vediamo in storie come “Cenerentola”, dove è chiamata così per la sua condizione, “Barbablu”, dove prende il nome da un attributo fisico, e “Cappuccetto rosso”, dove è chiamata così per il suo mantello scarlatto. A causa di queste descrizioni, guardiamo a questi personaggi in un modo specifico. Nella storia di Cenerentola, le sorellastre le hanno imposto questo nome per equipararla alla cenere. Ma, la cosa molto interessante e che nonostante il nomignolo assegnato, Cenerentola è all’altezza del suo nome, perché, come una fenice, che risorge dalle ceneri: per diventare una principessa. Nella storia, “Barbablù“,il nome deriva a causa di un attributo fisico: “Per qualche terribile disgrazia, la barba dell’uomo era blu, che lo mostrava come orribile, brutto di aspetto; le donne e le ragazze fuggivano da lui.” La gente ha paura di lui, non solo perché è diverso, ma perché è misterioso. Ha avuto molte mogli e nessuno sa niente di loro. Leggi come segno di qualcosa che si nasconde, la barba è un attributo negativo che lo segna come un cattivo carattere. Infatti, alla fine, diventa ancora più spaventoso.

In “Cappuccetto Rosso”, spiega Perrault “La nonna aveva fatto per lei un cappellino rosso trapuntato con una breve sciarpa collegata che le cadeva sulle spalle. Amava così tanto quel regalo da indossarlo sempre, tanto che tutti la chiamavano Cappuccetto Rosso”. A differenza di “Barbablu” e “Cenerentola” che sono esseri umani con attributi, “Cappuccetto Rosso” diventa un oggetto invece di un soggetto. Questa lettura, era vista come un avvertimento per le donne di corte al tempo di Perrault, che incontravano ‘lupi’ a corte e speravano di sposarle.

 

Parole uniche

Perrault inventa e fissa nella storia parole e nomi unici. Cenerentola, Cappuccetto Rosso, la bella addormentata e le altre fanno parte con i loro personaggi e vicende del lessico utilizzato tutt’ora. La zucca, la scarpetta dimenticata, il principe azzurro, il pungersi, l’addormentarsi per un lungo periodo, il lupo, il travestimento, gli stivali, color blu, astuzia, altezza e tanto altro ancora. Modi di dire ed esempi si tramandano ancora oggi. Il leggere queste fiabe ai piccoli ascoltatori, non fa altro che continuare questa tradizione. Singole parole aprono automaticamente collegamenti nel nostro cervello, che le associano a racconti ascoltati e riascoltati tanto tempo fa che fanno parte di tutti noi, in un modo o nell’altro.

Abbigliamento e Calzature

Perrault utilizza i vestiti, non diversamente dai nomi, come simboli. In questo caso, sono spesso simboli di movimento, di prestigio, e di progresso; questo è ancor più rimarcato quando si parla di scarpe. Osservando le storie di “Il gatto con gli stivali” “Cenerentola” e “Pollicino” possiamo vedere che le scarpe rappresentano la stratificazione sociale e la divisione culturale. Le scarpe rappresentano un modo per i personaggi di trovare un posto nella società, così come creare un cambiamento elementare nella trama della storia e, naturalmente, nella loro vita. Gli stivali erano indossati in particolare quando si guidava a cavallo, solo gli uomini di una certa classe potevano permetterseli. Se il gatto li indossa, sta presumibilmente cercando di essere visto come una figura di una certa importanza. Che cosa succede al gatto una volta che indossa gli stivali? Il re e il padrone del gatto sono in grado di prenderlo sul serio e avanza notevolmente nella società. In “Cenerentola”, un diverso tipo di calzature è la chiave per la storia. Indicativo che tutto di lei cambia quando l’orologio batte la mezzanotte, tranne le sue scarpette di cristallo. L’incantesimo della sua fata madrina le permette di tenere le scarpe in modo che il servo del principe riesca a trovarla. Più di ogni altra cosa, le scarpe simboleggiano il suo valore e servono come il suo biglietto per diventare una principessa. Perrault aggiunge di suo questa particolarità, alla fiaba raccontata fino a quel momento.  In Pollicino, il protagonista è in grado di aiutare la sua famiglia, riesce a sopravvivere ed è in grado di scoprire la propria identità con gli stivali, diventando un messaggero.

Nel 1875, molte fiabe di Charles Perrault furono tradotte dal francese all’italiano per opera di Carlo Collodi e pubblicate nell’antologia di fiabe “I Racconti Delle Fate “.

Nel complesso, Perrault è una figura importante che ha portato fiabe alla vita attraverso il suo uso di titolazione specifica, scegliendo parole uniche, e abbigliamento. Dopo quasi 400 anni, le sue fiabe riescono ancora a far innamorare tanti bambini, grazie anche ai giganti dell’animazione, ai parchi a tema e negli ultimi anni anche il cinema che ha riscoperto queste sceneggiature e per gli adulti è bello ritornare e ricordare quando si era bambini!



Fonte: http://www.libricino.it/2017/01/11/charles-perrault-creatore-di-favole-indimenticabili-da-cappuccetto-rosso-a-barbablu-senza-dimenticare-la-bella-addormentata-pollicino-cenerentola-e-il-gatto-con-gli-stivali/

Liberati delle vene varicose #AMAWJ






L’uso frequente e regolare di Varikostan ti garantisce: Effetto curativo per ulcere varicose; Ripristino del naturale flusso sanguigno; Rafforzamento delle pareti venose; Riduzione concreta del dolore alle gambe; Riduzione del rischio di formazione di trombi; Miglioramento della funzione delle valvole venose; Riduzione del lieve gonfiore dei tessuti;

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Frase del giorno 14.01.2017

Frase del giorno 14.01.2017In ogni cosa è salutare, di tanto in tanto, mettere un punto interrogativo a ciò che a lungo si era dato per scontato.
(Bertrand Russell)

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Fonte: http://www.mammaebambini.it/frasi-belle/frase-del-giorno-14-01-2017/