31 ottobre 2016

Torna l’ora solare: i consigli degli esperti per arrecare meno disagi ai più piccoli

La differenza sarà “solo” di un’ora, ma per i bambini si tratta di una vera rivoluzione. Che, se gestita nel modo corretto, potrebbe portare dei vantaggi. Nella notte tra sabato 29 e domenica 30 ottobre le lancette dell’orologio si sono spostate di un’ora indietro per il ritorno dell’ora solare e la mattina si è potuti restare tra le coperte un’ora in più. Anche se non sarà mancato qualche disagio, l’importante è risintonizzare l’organismo sui ritmi biologici giusti. Per i bambini che vanno a letto tardi e che la mattina faticano a svegliarsi, può essere stata l’occasione per guadagnare un’ora di sonno in più.

L’insufficienza di ore di riposo tra i più piccoli è un problema sentito: secondo la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale, in linea di massima fino a un anno di vita servono 14-18 ore di sonno fra il giorno e la notte, quando i piccoli vanno all’asilo si passa a 12-14 ore distribuite nelle 24 ore. Con la scuola elementare e poi alle medie il fabbisogno scende, ma resta comunque elevato: servono 10-12 ore di sonno, che scendono a 8-10 soltanto all’ingresso nella scuola superiore.

Purtroppo pochi rispettano questi parametri: secondo i dati di una recente indagine dell’Osservatorio nazionale Paidòss sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza, oltre un milione di bambini fra i 3 e i 14 anni soffre di una vera e propria forma di insonnia e nell’ultimo secolo i piccoli italiani hanno “perso” almeno un’ora di sonno, tanto che la maggioranza oggi dorme in media 40 minuti in meno del dovuto” ricorda un esperto del sonno, Luigi Innocenti di Astro Italia, azienda italiana per la vendita diretta del settore riposo.

Non sempre è facile anticipare l’ora di messa a letto, quindi il consiglio è di sfruttare il passaggio a proprio favore per cambiare alcune cattive abitudini: per facilitare il passaggio si consiglia di cenare almeno dieci minuti prima rispetto all’orario abituale, così da riuscire ad anticipare gli orari e anche la messa a letto – prosegue Innocenti -. È bene mantenere costante la routine prima di dormire, andando a letto e svegliandosi più o meno sempre negli stessi orari. La cena deve terminare almeno un paio d’ore prima di addormentarsi e la camera deve essere confortevole: evitare di riscaldare troppo la stanza, no ai rumori o alla luce. Bisogna evitare esercizio fisico troppo intenso alla sera, facendoli rilassare prima del sonno. Per questo si consiglia di spegnere computer, tablet o televisione almeno un’ora prima di andare a letto. Importante eliminare gli apparecchi elettronici: via dalla camera televisione, computer, tablet o cellulari per evitare che ne facciano uso durante la notte”.

Fondamentale è anche il supporto su cui si dorme, un aspetto che troppo spesso viene trascurato, in particolare tra i più piccoli. “Spesso non si presta la giusta attenzione al materasso, soprattutto tra i bambini, ed è un errore – ricorda Innocenti -. Un buon materasso deve adattarsi al profilo naturale della colonna vertebrale e garantire una postura corretta, per prevenire fastidi al collo e alla schiena che ci costringono a rigirarci di continuo, impedendoci di avere un sonno profondo e riposante. Solo così godremo di un sonno davvero ristoratore, che ci darà una marcia in più per passare indenni anche il piccolo jet lag del cambio d’ora”.

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Fonte: http://www.gravidanzaonline.it/benessere/torna-lora-solare-i-consigli-degli-esperti-per-arrecare-meno-disagi-ai-piu-piccoli.htm

Primi sbalzi di temperatura autunnali… prime febbri! Cosa fare in caso di febbre in età pediatrica?

Con l’arrivo dell’autunno e il generale calo delle temperature, in particolare di quelle minime, si abbassano anche le difese immunitarie dei bambini, soprattutto di quelli molto piccoli, e si diffondono le prime forme d’infezioni virali e batteriche.
La febbre è il sintomo più comune di malattia nei bambini ed è uno dei motivi principali per cui i genitori chiedono una visita pediatrica. Vediamo quindi cosa dicono in proposito le Linee Guida della Società Italiana di Pediatria sulla gestione della febbre nei bambini.

Che cos’è la febbre?
La febbre è un aumento della temperatura corporea sopra i limiti di normalità. Secondo l’OMS, la temperatura si considera normale fino a 37,5°, ma bisogna tenere conto del fatto che questo valore può variare da persona a persona, durante l’arco della giornata e in base alle circostanze; ad esempio aumenta durante il sonno, subito dopo i pasti, dopo uno sforzo o in caso di riscaldamento eccessivo dell’ambiente. La febbre è il sintomo più comune della maggior parte delle infezioni ed è utilizzato dall’organismo come strumento di difesa. L’organismo infatti, innalzando la sua temperatura, rende l’ambiente inospitale per la vita di virus e batteri.

Come deve essere misurata la temperatura corporea dei bambini?
L’apparecchio migliore è il termometro a infrarossi, l’unico che garantisce una precisione medica. Questi termometri, da molti anni in uso nei reparti di pediatria, oggi hanno costi più contenuti e iniziano a diffondersi anche per uso domestico. Ne esistono diversi modelli, che si mettono a contatto con la pelle o sono dotati di un puntatore che permette l’uso a distanza. Alcuni possono essere addirittura collegati allo smartphone o al tablet e, grazie ad una speciale app, registrare tutti i dati delle rilevazioni consentendo di monitorare lo stato di salute del bambino e la somministrazione dei farmaci, oltre a condividere le informazioni con tutti i membri della famiglia e il pediatra.
Vanno molto bene anche i termometri elettronici digitali, perché facili da usare, economici e affidabili.  Sconsigliati invece termometri a mercurio, perché i metalli in essi contenuti sono pericolosi per il bambino e per l’ambiente.

Dove si deve misurare la temperatura?
Il posto migliore dove misurare la temperatura se si utilizza un termometro digitale è sotto l’ascella. Se si possiede un termometro a infrarossi, il puntatore va avvicinato alla fronte o alla tempia, sconsigliato invece il timpano dell’orecchio perché può registrare valori alterati. Sconsigliata anche la misurazione sotto la lingua, perché può essere influenzata da numerosi fattori, come l’assunzione di cibi caldi o freddi, e perché richiede la collaborazione del bambino.
Sconsigliata anche la misurazione rettale, almeno fino al 5° anno di età, perché troppo invasiva e disagevole per il bambino, inoltre è potenzialmente dannosa perché può procurare lesioni e trasferire batteri da soggetto a soggetto.

Precauzioni particolari per i neonati e lattanti
Se il bambino ha meno di 28 giorni di vita, le Linee Guida raccomandano che il neonato febbrile venga portato subito in ospedale per un controllo.
Se invece si tratta di lattante – dalle 4 settimane compiute fino al compimento del dodicesimo mese di età – è necessario farlo visitare in giornata dal pediatra, poiché è una fascia d’età in cui il rischio di infezione batterica grave è pari a circa il 10%. In ogni caso è bene rivolgersi rapidamente al pediatra se il lattante piange in maniera inconsolabile, rifiuta completamente il cibo o assume un comportamento non abituale.

E’ consigliato fare spugnature fredde o bagni tiepidi per ridurre la temperatura corporea del bambino?
Le Linee Guida sconsigliano tutti i vari espedienti “della nonna” per abbassare la febbre, come spugnature fredde, bagni tiepidi, borse del ghiaccio o frizione della cute con alcool.
La febbre è un innalzamento della temperatura corporea comandato a livello centrale dal cervello, pertanto non si può modificare raffreddando la periferia. Il raffreddamento periferico porta solo a un inutile dispendio di energia del bambino, in un momento in cui è già molto stressato.

Quando bisogna usare farmaci antipiretici per abbassare la febbre?
La febbre, come abbiamo detto, è un meccanismo di difesa agli agenti infettivi, quindi non andrebbe abbassata sempre e comunque. L’uso di farmaci antipiretici è previsto solo se la febbre si accompagna a segni di malessere generale. Le linee guida smontano la teoria secondo la quale la febbre deve essere abbassata sempre e comunque se supera i 38,5°.  Paracetamolo ed ibuprofene sono gli unici antipiretici raccomandati in età pediatrica. In ogni caso, prima di somministrare antipiretici al vostro bambino e per qualsiasi dubbio, rivolgetevi sempre al pediatra.

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Fonte: http://blog.kiddom.com/primi-sbalzi-temperatura-autunnali-prime-febbri-cosa-caso-febbre-eta-pediatrica/