30 novembre 2016

Il segreto usato da un ex dipendente per guadagnare 45.235€ in una settimana! #qw5V1






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Il mal di pancia prima di andare a scuola

Dopo un weekend perfetto in salute e di buon umore, il lunedì mattina tuo figlio dichiara di non sentirsi bene e quindi di non poter (o non voler) andare a scuola. Tutti i lunedì, tutte le volte sempre la stessa storia: si va dai classici mal di pancia e mal di testa, ai più fantasiosi mal di alluce o mal di gamba con zoppia. Tutti dolori che improvvisamente scompaiono alla vista dell’amichetto o del compagno del cuore.

Alzi la mano tra le mamme e i papà chi non ha dovuto confrontarsi con questi sintomi di disagio dei bambini almeno una volta nella vita, anche solo per sentito dire…

Spesso le mamme credono sia un capriccio e spesso lo è, ma alcune volte si tratta di una vera e propria fobia e andare a scuola diventa davvero un incubo per il bambino.

Ne parliamo con la psicologa amica, la dott.ssa Francesca Santarelli:

“Quando si deve tornare a scuola dopo una pausa più o meno lunga, come può essere quella dei weekend, delle festività o delle vacanze estive infatti, sia che tratti della materna, della primaria o delle medie, può essere presente un certo disagio nel dover abbandonare i piaceri dello stare a casa e doversi riadattare ai ritmi scolastici, spesso frenetici ed esigenti rispetto una serie di prestazioni che possono mettere ansia soprattutto in alcuni bambini.

Specie i più piccoli possono aver difficoltà nell’esprimere le proprie sensazioni di lieve tristezza che accompagnano il dover lasciare  la vicinanza dei genitori e  i divertimenti con tutta la famiglia. Andare a scuola  può anche essere infatti, un’esperienza sgradevole legata alla difficoltà di separarsi dai genitori o all’ambiente scolastico.

Tale senso di tristezza è quasi sempre non del tutto mentalizzato e non se ne ha vera consapevolezza, ma a volte può esprimersi attraverso il corpo con il manifestarsi di malesseri fisici e “viscerali” di breve durata a cui non bisogna dare troppa importanza (a meno che non si tratti di vere e proprie sintomatologie psicosomatiche persistenti, che sono tuttavia piuttosto rare).

Per fortuna i bambini amano stare con i coetanei, ritrovare insegnanti e routine consolidate e quindi i malesseri sono in genere transitori, ma a volte non è cosi.

E’ spesso difficile capire come aiutare il bambino a superare questa difficoltà: da un lato lo si vorrebbe proteggere, evitare di farlo soffrire e dunque assecondare il suo desiderio di non andare a scuola, ma il rischio sarebbe di farlo assentare a lungo rendendo il rientro sempre più difficile. Dall’altro si rischia di sottovalutare la sofferenza del bambino nel tentativo di non dare troppa importanza alla questione, ma è forse la soluzione più sbagliata.

Ma proprio perche spesso il bambino vive dei veri e propri momenti di angoscia, il sostengo dei genitori è fondamentale.

Quasi sempre basta dimostrare tranquillità nel gestire il problema, non mostrandosi allarmati, ma ascoltando e rassicurando il bambino sulla normalità di tali sensazioni che possono essere affrontate e superate. Non deve naturalmente mancare la vigilanza da parte di genitori e insegnanti per essere certi che non ci siano fattori stressanti associati alla frequenza scolastica, come difficoltà legate all’apprendimento o alle relazioni sociali del bambino, che possano generare senso di inadeguatezza o stato di ansia.

La prima cosa da fare dunque, è indagare sulle cause di questo rifiuto ad andare a scuola.

Può essere un  momento passeggero in cui il piccolo ha difficoltà a separarsi dai genitori (magari è appena nato un fratellino, i genitori si stanno separando, c’è stato un lutto in famiglia); ma se il rifiuto persiste è importante domandarsi se non ci siano altri motivi.

È importate mantenere un dialogo costante con gli insegnanti: parlando con gli insegnanti, ad esempio, si può cercare di capire se il bambino è vittima di bullismo, se ha un cattivo rapporto con i compagni, se viene deriso e non riesce ad integrarsi. Il bambino può anche avere un disturbo dell’apprendimento, ma si valuta nel tempo e con una stretta collaborazione con gli insegnati, basata anche e soprattutto con l’ascolto e l’alleanza educativa.

Evitate però i predicozzi di inizio settimana o anno scolastico, specialmente se i figli sono reduci da esperienze scolastiche fallimentari o poco brillanti!

Educatelo ad amare l’arte e la cultura organizzando visite a musei e  città d’arte, gite in campagna, cinema e teatro per ragazzi, laboratori, letture … in altre parole favorire l’amore per la cultura e lo studio;

E…cosa non meno importante ma molto frequente, fate in modo che l’acquisto di oggetti e gadget pr la scuola (zainetti, quaderni, astucci …) non sia l’unico momento di gratificazione o di allegria collegato alla scuola.

Sono piccoli accorgimenti che possono rendere meno difficile per tutti questa situazione. Se invece le cose dovessero proseguire nel tempo e non avere il nessun minimo miglioramento, varrà la pena, capire le motivazioni piu profonde con l’aiuto di un esperto.”

 

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Per appuntamenti  con la dottoressa Francesca Santarelli, o info, potete visitare il sito Internet del suo studio:  www.studiosantarellidecarolis.com 

Francesca Santarelli è in libreria con il libro “Mamme No Panic”, scritto a quattro mani con Giuliana Arena

 

 



Fonte: http://vivalamamma.tgcom24.it/2016/11/il-mal-di-pancia-prima-di-andare-a-scuola/

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Gemelle di look by Lena Terlutter

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L'articolo Gemelle di look by Lena Terlutter sembra essere il primo su Il Gufo.



Fonte: http://magazine.ilgufo.com/twinning-gufo-by-lena-terlutter/

Vita in Piattaforma: Eniscuola e Fondazione Cetacea per la salvaguardia della biodiversità marina

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Sono una di quelle privilegiate che ha avuto la possibilità di trascorrere ogni estate nella casa del mare di mia nonna.

Il viaggio da Milano lungo la costa Adriatica fino al Molise sembrava interminabile: ore trascorse al caldo in un’auto priva di aria condizionata, stracarica di valigie che impedivano di trovare una posizione comoda, con l’unica compagnia del mio fratellino.

Per due estati di fila c’era anche il nostro pesce rosso, Ugo, che una volta a momenti perdevamo in autostrada!

All’autogrill, mentre mio papà faceva benzina, io ero scesa dall’auto per sgranchirmi le gambe. Dopo aver retto la boccia di Ugo per ore, l’avevo appoggiata sul tetto della macchina e ovviamente, sbadata come sono, lì l’avevo lasciata quando poi eravamo ripartiti.

Che fine misera avrebbe fatto se un camionista misericordioso, in sosta all’autogrill, non ci avesse suonato tutti i clacson bitonali del suo camion per avvertirci dello sciagurato animale abbandonato sul tetto della macchina.

Nonostante la monotonia e il disagio, il viaggio era comunque eccitante, per lo meno da un certo punto in poi.

La tappa di Rimini rappresentava per me l’inizio della vacanza, nonostante mancassero ancora dalle 4 alle 5 ore di macchina, e il motivo era lì, appena fuori dal finestrino: il Mare Adriatico.

Io e mio fratello facevamo a gara a chi primo vedeva uno sprazzo blu brillare sotto il sole di Giugno.

Ogni estate c’erano certi elementi che venivano debitamente controllati per essere certi che nei mesi precedenti non fosse cambiato nulla: gli oleandri in fiore, le spiagge e gli ombrelloni appena visibili dall’autostrada come gocce colorate su distese di sabbia dorata, le barche a vela e là, in lontananza, punti neri all’orizzonte, le piattaforme petrolifere.

Molte di queste piattaforme sono ora in disuso e per quanto possano sembrare fuori posto nel nostro mare, sono ormai diventate parte integrante di un ecosistema ricco ed estremamente affascinante.

Se per me un tempo erano solo il segnale del mio avvicinamento alla meta delle mie vacanze, per i bambini del Ravennate sono state un’opportunità di imparare a conoscere la biodiversità della flora e della fauna del mare Adriatico.

La possibilità è stata data da Eniscuola che ha coinvolto 7 classi di IV elementare in un progetto chiamato “Vita in Piattaforma”, sviluppatosi durante l’anno 2015/2016.

In collaborazione con Fondazione Eni Enrico Mattei e Fondazione Onlus Cetacea, Eniscuola e 5 scuole di Ravenna, sono stati coinvolti 140 bambini nello studio dell’ecosistema che si crea spontaneamente attorno alle strutture artificiali delle piattaforme che forniscono riparo e possibilità di ripopolamento di specie marine.

Il progetto prevede anche una piattaforma multimediale, in cui è possibile scoprire i progetti e i lavori messi a punto dagli stessi ragazzi i quali hanno anche avuto la possibilità di partecipare ad attività all’aperto, sulle spiagge e lungo la costa.

Di nuovo mi ritrovo ad elogiare l’iniziativa di Eniscuola di coinvolgere le scuole italiane con progetti interessanti legati all’ambiente e alla scienza, utilizzando metodi interattivi e dinamici.

Lo so che l’ho già detto in passato, ma non mi stancherò mai di ripeterlo: proporre una didattica dinamica che preveda, accanto allo studio classico sui libri, progetti sul campo in cui gli studenti possono mettere in pratica ciò che imparano in classe, è per me un asso vincente nelle maniche degli insegnanti e spero che Eni abbia in serbo nuove proposte e progetti da proporre alla scuola Italiana.

in collaborazione con Eniscuola

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Fonte: http://www.oasidellemamme.it/2016/11/vita-piattaforma-eniscuola-fondazione-cetacea-la-salvaguardia-della-biodiversita-marina/

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