1 gennaio 2017

Allattamento: vero o falso?

27Sono numerosi i luoghi comuni sull’allattamento materno con cui una neomamma si trova a fare i conti quando nasce il suo bebè. Molte credenze però, nonostante siano assai diffuse, sono prive di base scientifica e rischiano di creare confusione o, addirittura, generare inutili ansie. Vediamo insieme alcuni falsi miti, distinguendoli dalle indicazioni che, al contrario, sono corrette e possono aiutare a vivere al meglio l’esperienza dell’allattamento.

Avere latte è una questione ereditaria

FALSO
Può capitare che la neomamma abbia dubbi sulle proprie possibilità di riuscita, perché sua madre le ha raccontato di non aver avuto abbastanza latte per lei o i suoi fratelli. “Purtroppo molte nonne di oggi non erano riuscite ad allattare perché ai loro tempi – 30 o 40 anni fa – si sosteneva l’allattamento a orario, e la conseguenza di quegli schemi rigidi sono stati tanti fallimenti”, spiega Martina Carabetta, consulente professionale in allattamento (IBCLC) presso l’ambulatorio Latte&Coccole di Roma. “Così ora ci sono neomamme che non possono affidarsi all’esperienza della generazione precedente. Ma, a parte questo, tutte le donne possono nutrire al seno indipendentemente dalla storia di allattamento delle loro madri“.

Per allattare è necessario prepararsi in gravidanza

VERO/FALSO
Sicuramente è utile informarsi prima: sono proprio le notizie corrette che possono aiutare le future mamme a partire nel modo giusto, evitando alcuni problemi tipici dei primi giorni, come ingorghi, difficoltà di attacco al seno, ragadi. È invece falsa l’idea che si debba preparare il capezzolo per allattare: non serve alcun prodotto particolare, il seno si “prepara” da sé. I tubercoli di Montgomery (quei ‘brufolini’ intorno all’areola che diventano più evidenti in gravidanza) sono ghiandole che secernono una sostanza emolliente e antisettica che costituisce una protezione naturale per il capezzolo. Sono infine da evitare quei trattamenti che un tempo venivano suggeriti per “rinforzare” il capezzolo, come lo sfregamento con il guanto di crine. Non solo il capezzolo non deve affatto irrobustirsi, ma lo sfregamento può irritare la cute e, se la gravidanza è giunta al terzo trimestre, c’è il rischio di stimolare l’inizio del travaglio.

La montata lattea si manifesta con seno gonfio e dolente

VERO/FALSO
“Spesso sì, ma non per tutte le mamme”, spiega la IBCLC. “Se la neomamma ha il suo bimbo vicino e lo può allattare tutte le volte che mostra di voler poppare, il seno solitamente si ingorga meno. Un seno gonfio e dolente non significa ‘più latte’, anzi: spesso è un problema perché il bambino non riesce ad attaccarsi correttamente. In quel caso, è necessario allattare più spesso e, prima della poppata, fare spugnature con acqua calda e massaggi delicati per ammorbidire il seno. Si può inoltre spremere quel tanto di latte necessario per alleviare la tensione e consentire così al bambino di succhiare nel modo giusto. Un impacco freddo dopo la poppata, infine, aiuterà a ridurre l’edema”.

La doppia pesata non è consigliata

VERO
La doppia pesata è una fonte di stress enorme per la neomamma e, inoltre, non le fornisce alcun dato significativo. Un bambino allattato al seno non fa un numero di poppate fisso, né assume sempre la stessa quantità di latte. Come fare quindi per capire se sta mangiando abbastanza? Un bambino ben nutrito fa cacca e pipì in abbondanza: i pannolini bagnati dovranno essere 6-7 al giorno e la pipì dovrà essere chiara e inodore. Per quanto riguarda il peso, si suggerisce di controllarne l’incremento una volta alla settimana: nei primissimi mesi l’aumento di peso dovrà raggiungere o superare i 150 grammi circa.

Il neonato poppa dalle 8 alle 12 volte al dì (o più)

VERO
“Ogni bambino allattato al seno è diverso dagli altri e ogni giorno è differente dal precedente”, spiega la consulente professionale. “Gli schemi rigidi fanno solo aumentare l’ansia e i timori che l’allattamento non stia procedendo bene. Mediamente comunque, le poppate variano dalle 8 alle 12 al giorno, ma possono essere anche di più. Viceversa, ci sono bambini allattati a richiesta che, dopo il primo periodo, fanno solo 6 o 7 poppate, ma si tratta di una minoranza”.

Meglio evitare ciucci e biberon

VERO
“In particolare nelle prime sei settimane è fondamentale offrire al bimbo solo il seno”, avverte l’esperta. “Per due motivi in particolare: la produzione deve calibrarsi e, se il seno non viene stimolato adeguatamente dalla suzione del piccolo, può regolarsi su una quantità inferiore e di conseguenza non riuscire – subito o al primo scatto di crescita – a far fronte alle necessità del bambino; e poi perché la suzione con una tettarella artificiale è completamente diversa e si rischia che il bimbo faccia confusione e non sia più capace di poppare in modo corretto. In generale, l’allattamento funziona perfettamente quando è esclusivo e a richiesta, ovvero quando tutta la necessità di suzione del bambino è soddisfatta al seno”.

di Giorgia Cozza

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Fonte: http://www.ioeilmiobambino.it/neonato/vero-o-falso_allattamento/

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