31 gennaio 2017

Decalogo di sopravvivenza per i neogenitori. Il viaggio continua

genitori

1. Educate il vostro bambino con coerenza. Non riempitelo di buoni princìpi, non spiegategli che cosa significa correttezza, rispetto e buone maniere quando poi siete in giro con lui e sfanculate l’automobilista che non vi fa attraversare le strisce pedonali, non raccogliete la cacca del vostro cane e  fare la fila in un qualsiasi posto pubblico per voi è un optional.

2. Concedetegli una vacanza ragionevole. E qui ne avrei da raccontare sulle spavalderie viste in giro per il mondo di neogenitori che, pur di non rinunciare ai loro tour alla Indiana Jones, hanno sballottato i figli sulle schiene di cammelli diretti dai Tuareg per l’ora del tè, allattato sotto una palma ai caraibi con il sole a 100 gradi in picchiata sulla spiaggia, salito a piedi la piramide El Castillo a Chichen Itza con il bebè arroccato sul groppone, come uno zainetto Invicta. Su, fate un sano sacrificio e adattatevi temporaneamente a vacanze più quiete tipo un camping vista mare con un bungalow dotato di ogni comfort  a Follonica, che vedere il bebè con la dissenteria e correre all’ospedale più vicino dove venite accolti da un infermiere che vi fa domande sullo stato di salute di vostro figlio  in dialetto egiziano non è il massimo.

3.  Siategli grati per l’attività  fisica che vi concede. I dati statistici affermano che le palestre pullulano di donne senza figli. Solo perché quelle che hanno prole non hanno bisogno di un trainer che detti loro di stare al ritmo “e uno, due, tre, quattro”” e di muovere in sincrono braccia e gambe. Una madre fa  molto di più in pochi minuti: corsa agli ostacoli (evita giocattoli sparsi per casa lanciati con violenza dall’esserucolo alla velocità  di Bolt), sollevamento pesi (prende e riprende in braccio il fagotto di ciccia che cresce esponenzialmente e interagisce come un sacco di patate a vantaggio di bicipiti e tricipiti), flessioni sulle gambe (si china a raccogliere materiale vario proveniente dal bebè, che sia il sonaglino che lui lancia almeno un eone di volte e/o la pappa che sputa peggio di un lama, e regolarmente, almeno 12 ore al giorno), perciò direi che la palestra è una pinzillacchera a confronto.

4. Cercate di non aggravare il vostro livello di stress. Mi rendo conto che non è proprio nella natura umana vivere ogni giorno come fosse lo stesso. Ma un bebè, almeno per un certo periodo di tempo, vi fa sentire come un disco incantato. Siate consapevoli che prima o poi passerà  e che quando siete all’859.362esimo cambio di pannolino sforzatevi di non meditare un raid terroristico alla sede dell’agenzia pubblicitaria della Pamper’s.

5. Aspettate con pazienza la sua crescita. E anche qui ho visto cose che “voi comuni mortali”:

  • bambini di appena 4 mesi portati sul seggiolino in bici, che ciondolavano da una parte  all’altra come un batocchio e il genitore che pedala zigzagando per tenerlo diritto pur di non cedere al fatto che a 4 mesi di età  del figlio il seggiolino  se lo può mettere altrove;
  • con l’apparecchio ai denti solo perché gli è spuntato il primo dentino;
  • peperonata e coniglio in porchetta perché adesso è nel periodo dello svezzamento;
  • permettergli di attraversare la manica visto che ora nuota con i braccioli. Io ho un’unica parola da proporre: rilassatevi! Il tempo passa molto più in fretta di quanto immaginiamo, ed è un attimo che questi benedetti figli spiccano definitivamente il volo e a voi l’unica cosa che rimane da fare è rannicchiarvi in soffitta a scartabellare lo scatolone con su scritto “i giochi di Mattia” e lacrimuccia alla mano rimembrate i bei vecchi tempi.

6. Cercate di favorire il suo appetito con la massima tranquillità. Questo punto è  una spina nel fianco, l’unghia sulla lavagna, la sabbia nelle mutande. Insomma una rogna vera. Se il bebè non da segni di essere un gran mangiatore è la fine. Non tanto per lui poiché come mi disse un giorno la Tata Lucia: “un bambino che non mangia, mangiò o mangerà “ (vale a dire che un bambino quando ha fame lo fa notare molto bene e se non ha appetito avrà  i suoi buoni motivi -tipo che non ha fame?!-) quanto per il corollario di parenti (traduci: nonni) che devono vedere il nipotino strafogarsi come Obelix, altrimenti c’è qualcosa che non va. E allora se il bebè cade tra le loro grinfie è molto probabile che si veda servito un banchetto, che nemmeno Luigi XIV, con il mantra “mangia tesoro-mangia-tesoro-mangia tesoro”. E lì tutti a monitorare a due centimetri dal nanetto se assume cibo. No, pensateci un attimo. Chi amerebbe mangiare con due paia di occhi ansiogeni puntati e il fiato sul collo?!

7.  State attenti alla sua sicurezza in auto. In Italia pare ci sia  un primato agghiacciante sotto questo aspetto. In parole povere, sembra che per molti genitori la cintura di sicurezza e i seggiolini per auto non siano contemplati, nemmeno nel loro immaginario.  E allora ecco scorgere auto con dentro bambini shakerati come fossero palline da estrarre per i numeri al Lotto, bambini tenuti in braccio da quelle volpi delle madri nel posto davanti che se solo subiscono un tamponamento se li vedono schizzare dal vetro come  mini uomini cannone. E non aggiungo altro. Che poi mi sale il livello di bile e al momento non me lo posso permettere;

8. Incoraggiate vostro figlio nello sviluppo. S’intende per gradi. Pretendere che a sei mesi mandi un sms con l’Iphone 5  non fa risultare il vostro bambino incapace ma voi un soggetto da internare;

9. Permettetegli di muovere i primi passi come gli pare e piace. Stimolarlo a un passo saltellato e a stare in equilibrio solo su un piede vi fa classificare nel medesimo target del soggetto del punto 8;

10. Mettetevi l’anima in pace. C’è un detto, sentito da qualche parte, che recita: “L’uomo propone, Dio dispone, il bambino… impone!”

 

 

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