Quanti cesarei si possono fare
La Letteratura Scientifica non supporta un numero preciso di tagli cesarei. Alcuni autori sostengono che quantitativamente dovrebbero non essere fatti più di 4 parti addominali; anzi con l’avvento del VBAC (parto naturale dopo taglio cesareo) il numero scende a 1. Tuttavia l’impossibilità di quantificare deriva dal fatto che una donna viene sottoposta a intervento solo se necessario, e questo può accadere sia dopo un primo cesareo che dopo un primo parto naturale.
La reiterazione del taglio addominale ha delle complicanze che non vanno dimenticate: le aderenze post cesareo, l’indebolimento del muscolo uterino con aumento del rischio di rottura d’utero, anomalie nella placentazione, e aumento del rischio emorragico. Le aderenze rappresentano la problematica chirurgica per eccellenza; esse sono delle strutture fibrose che di cesareo in cesareo sono soggette a sanguinamento e ostruzione degli organi pelvici.
Per quanto concerne la placenta, invece, è più facile che essa si impianti nelle zone soggette a precedente cicatrizzazione, dando vita a fenomeni di accretismo (placenta previa) perché vengono invasi tessuti uterini profondi.
La gravidanza dopo cesareo deve essere affrontata con serenità e obiettività: se non persistono condizioni patologiche è sempre meglio partorire spontaneamente; non perché è meglio il parto naturale o il cesareo, ma è giusto che la donna riceva un’assistenza appropriata e sicura.
Infatti, il parto di prova viene offerto a tutte le pre-cesarizzate; è possibile il parto naturale dopo due cesarei, dopo questo timing aumenta progressivamente il rischio di complicanze. Nel caso in cui la donna non desse il consenso al parto spontaneo dopo cesareo, è possibile programmare l’intervento. A quante settimane si programma il cesareo? Di norma a 39 ws, se si tratta di una gravidanza non complicata.
Recentemente al Policlinico di Palermo una donna ha subito un settimo cesareo: la notizia ha fatto scalpore ma rimane preoccupante. La rottura d’utero infatti è presente già dopo il primo cesareo (0,2-0,8%) e aumenta dopo il secondo parto cesareo (1,5%). Arrivando al terzo o al quarto cesareo i rischi aumentano e cambiano. È probabile infatti che progredisca il rischio di: infertilità, gravidanza ectopica e distacco di placenta.
In conclusione, l’autodeterminazione e il potere decisionale della futura mamma sono preziosi. Tuttavia esiste un rapporto tra rischi e benefici nella scelta della modalità del parto che richiedono una corretta informazione; la paura e la stanchezza non sono indicazioni all’esecuzione di un taglio cesareo; è fondamentale garantire il benessere materno-fetale e aiutare la donna ha scegliere sempre il meglio e mai la via più semplice.
L’autore: Cristina Lumia
Ostetrica, appassionata di ricerca clinica e scientifica. Sognatrice convinta, viaggio più del tempo che ho a disposizione e leggo libri nei rari momenti liberi che mi ritaglio. Scrivo e parlo tanto (troppo!) perché credo nell’enorme potere che ha l’informazione, e soprattutto nella forza che ogni donna ha nel mettere al mondo il proprio bambino.
Email: c.lumia@passionemamma.it
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