8 febbraio 2017

Nanna: 4 metodi a confronto

Il sonno notturno è un tasto dolente per tante famiglie con un bimbo piccolo. Nelle prime settimane di vita c’è da soddisfare l’esigenza delle poppate notturne, ma non solo: il sonno dei bambini è fisiologicamente differente da quello degli adulti, più frammentato. Per gran parte dei bimbi, poi, i risvegli notturni continuano e spesso si intensificano col passare dei mesi e l’aumentare della consapevolezza e della sensibilità alle condizioni ambientali. “Dal 20 al 30% dei bambini in età prescolare, quindi anche quelli di un anno e oltre, manifesta difficoltà di addormentamento, risvegli ripetuti, ma anche incubi e terrori notturni, che preoccupano i genitori a tal punto da chiedere aiuto a un professionista: pediatra, psicologo o neuropsichiatra infantile”, spiega Gherardo Rapisardi, responsabile del reparto di Pediatria e Neonatologia dell’Ospedale Santa Maria Annunziata di Firenze. “Questa percentuale è simile in tutti i Paesi occidentali ed è in modesto aumento negli ultimi 20 anni, probabilmente per la maggiore quantità di sollecitazioni che i piccoli ricevono dall’ambiente circostante e per il cambiamento dell’organizzazione sociale, con i genitori che lavorano entrambi e possono giocare con il bimbo solo nelle ore serali”. Allora, come far addormentare il bambino serenamente? Incertezza e preoccupazione di mamme e papà, alla ricerca di una soluzione efficace del problema, offrono terreno fertile al proliferare di manuali che propongono diversi metodi per insegnare ai piccoli ad addormentarsi e riprendere sonno da soli nel corso della notte. Ma è possibile insegnare a un bimbo a dormire bene? Ecco una rassegna dei metodi più ‘gettonati’, anche se talvolta controversi

di Maria Cristina Valsecchi



Fonte: http://www.ioeilmiobambino.it/neonato/nanna-4-metodi-confronto_nanna/

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